Copertina 10

Info

Genere:Prog Rock
Anno di uscita:2012
Durata:61 min.
Etichetta:InsideOut Music

Tracklist

  1. MOMENTUM
  2. THOUGHTS PART 5
  3. SMOKE AND MIRRORS
  4. WEATHERING SKY
  5. FREAK
  6. WORLD WITHOUT END

Line up

  • Neal Morse: keyboards, guitars, vocals
  • Mike Portnoy: drums
  • Randy George: bass

Voto medio utenti

Quando ho iniziato a collaborare con metal.it mi sono ripromesso di riservare i 10 in pagella solo ai dischi storici o comunque ai dischi che sicuramente il tempo non avrebbe scalfito. Insomma, ai capolavori.

Dopo circa 3 anni, è arrivato il momento di piantarla con le cazzate e di dare un bel 10 senza se e senza ma, perché questo è un disco che tutti gli amanti del prog devono andarsi a comprare. Un album gigantesco, certo non particolarmente rivoluzionario ma carico di progressive vero, aperto, solare, che tra l’altro segna l’ennesimo centro di una carrellata impressionante di disconi sfornati dalla triade Morse-Portnoy-George.

Si parte con la title-track e già tra ritornello, arrangiamenti e assolo di sua maestà Paul Gilbert in qualità di special guest i giochi sono fatti.
Thoughts Pt.5 arriva a confermare che qui siamo su vette difficilmente superabili: furia strumentale, cura delle voci maniacale e suggestiva, ricerca e sperimentazione. “Prog at its best” direbbero quelli fighi. Per me, più semplicemente, canzone del 2012.
Smoke And Mirrors è una ballad eterea, dal sapore antico, bellissima.
E poi, i Rush.
Eh?
Chi ha detto Rush?
Lo ha detto Neal Morse, con una Weathering Sky da applausi a scena aperta, lacrime di gioia ed erezioni mal celate: melodia e progressioni che si fondono alla perfezione.
Freak è un esperimento riuscito alla grande, ai confini del pop, con arrangiamenti modernissimi di tastiera: una canzone notevole che si apre nel finale liberando tutta la sua energia.
Nemmeno il tempo di accorgersi e siamo già alla fine con World Without End, altrimenti chiamata “33 Minuti E Non Sentirli”. Brividi a non finire durante la suite in sei parti, a cominciare dalla pomposa intro, che ben presto si trasforma in follia in tempi dispari, per diversi minuti da antologia del prog. La strada verso il cantato è più tranquilla ma di certo non meno efficace, anche perché, ancora una volta, le linee melodiche sono azzeccate al 100%, sempre e comunque. Da qui in poi è l’apoteosi, con l’alternanza tra parti cantate e strumentali, colori, emozioni e sensazioni sempre più forti. I minuti passano e nessuno se ne accorge, tanto che alla fine non basta mai. E si ricomincia da capo.

Beh, siete ancora lì? Fatelo vostro!
Recensione a cura di Alessandro Quero

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 17 set 2012 alle 17:11

Sono un accanitissimo fan di Neal dall'uscita di The light degli Spock's Beard. Detto questo credo che la prima parte del disco meriti effettivamente un bel 10 perchè sono le canzoni più fresche e accattivanti scritte da Neal dai tempi di Testimony, e ricordano soprattutto gli spock's del terzo e del quinto album. Per quel che riguarda la suite... pur avendo io stesso più volte detto che l'originalità non è a mio avviso un criterio essenziale per valutare un album (cose originale e da un po' che non ne sento e molte di quelle che ho sentito non mi sono piaciute) e ritenendo che le emozioni sono il criterio fondamentale per valutare qualsiasi cosa appartenga all'ambito dell'arte, credo che uno come morse dovrebbe sforzarsi per iniziare e finire una suite in modo diverso. Sia da solo che con i Transatlantic ormai ci ha abituato a introduzioni (meglio, preludi) di 5/6 minuti che ripercorrono i quattro o cinque temi portanti e a finali in mid tempo, con dei bei 4/4 stile pink floyd e il tema iniziale dell'introduzione che ritorna. E basta! A queste cose un musicista del suo livello dovrebbe fare attenzione e dovrebbe accorgersene anche Portnoy che suona sui suoi album da 11 anni. Per il resto anche nella suite ci sono dellle ottime parti sia strumentali che cantate ma per i difetti esposti non darei proprio dieci. E' un po' l'effetto che mi ha fatto l'ultimo dei Threshold, bel disco ma con soluzioni da loro stra abusate specie nei cori dove in confronto un disco come quello degli Headspace brilla di luce propria in modo favoloso.

Inserito il 16 set 2012 alle 07:31

Esatto, non c'è nulla di nuovo, anzi! Ma qui dentro io ci ho sentito tutto ma proprio tutto ciò che desidero in un disco prog, quindi voto alto. Poi 10, 9, 8...sono numeri. A me questo disco ha semplicemente dato emozioni, l'anno è quasi finito e a questo livello non mi pare di aver sentito nulla, dunque...top! ;-)

Inserito il 15 set 2012 alle 20:32

Mhhh... Ho ascoltato qualcosa e mi sembra un ottimo album, il più ispirato tra le ultime produzioni di Morse senz'altro, tuttavia ho sentito come sempre molte soluzioni stra-abusate (per quanto sempre vincenti) da Morse, quindi un dieci mi lascia perplesso. Ci risentiamo tra qualche ascolto approfondito!

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