Alle label piace "vincere facile". Ed è forse per questo motivo che (troppo) spesso si prendono in carico album già usciti a spese delle band e li ristampano/ripubblicano nella speranza di "lanciarle".
Stavolta alla
Massacre è andata bene perché gli
Imperious sono un trio niente male, e i due capitoli di
"Tales Of Woe" - usciti originariamente del 2015 e nel 2016 e ispirati alle vicende di Ulisse nell'Odissea - meritano sicuramente la vostra attenzione.
L'epic black metal dei tedeschi è ispirato e "scorre bene", attingendo da generi diversi che creano varietà ed evitano a chi ascolta di distrarsi o annoiarsi.
"At The Shores Of Ilion" introduce il concept con orchestrazioni cinematografiche, narrazioni e cori morriconiani, prima dell'estrema
"To Abjure Temptation", smorzata giusto dalla voce femminile.
"At The Cave Of Polyphemus" spiazza con le sue chitarre acustiche, e sfocia nella spigolosa e disperata
"The Sharpened Pale".
"Insidious Winds" - con il guest
Michael Seifert al microfono - attinge a piene mani dal doom, mentre
"At The Bay Of Telepylos" rimanda ai primi minuti del full-length.
"The Feasting..." insiste con il doom, e suona ipnotica ed heavy allo stesso tempo, in contrasto con la glaciale
"Celestial Tunes...", dove spiccano i dosati cambi di passo della sezione ritmica.
"At The Realm Of Hades" è l'interludio che non ti aspetti, fatto di accordi lunghi prima e di ritmiche serrate poi, l'ouverture perfetta per
"Where Cimmerian Darkness Dwells", cadenzata ed evocativa senza risultare prolissa nei suoi 13 minuti di durata.
Chissà cosa aspettarsi dal
secondo cd...
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