Gli svedesi
Sadauk citano Orphaned Land, Manowar e Dimmu Borgir tra le band di riferimento, ma dopo aver ascoltato il sudatissimo
"A New Dawn" - è l'album di debutto dopo un demo su cassetta datato 1997 - mi sento di dire che questa affermazione è vera solo in parte.
Scorrendo brani come
"Melhinis Death", "As They Sleep Beyond The Horizon" o
"Who Is King In Paradise" non riesco a non pensare ai conterranei Therion del primo periodo (quelli fino a
"Theli" per intenderci), mentre gli echi folk di tracce come
"Vikingagillets Kväde" o
"Sailing Away" non possono essere liquidati come estemporanei. È vero, talvolta si percepisce l'approccio "eroico" dei Manowar (le narrazioni di
"Ancient Lithdor", "Tears Of The Sun", "Hourglass") o il black sinfonico di
"Enthrone Darkess Triumphant" (
"Battle A God", "Funeral Among Roses"), ma la sostanza - almeno alle mie orecchie - è saldamente ancorata alla produzione più ruspante e ibrida di
Christofer Johnsson.
La coppia di cantanti
Joppe/Therese funziona abbastanza bene, e dona quella giusta dinamicità a brani complessivamente massicci ed elaborati (su tutte la cavalcata finale
"Sage And Jester") che rischierebbero alla lunga di stancare.
Di certo non un lavoro imprescindibile, ma comunque apprezzabile e ben confezionato.
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