“Peccato”
Questo è il sostantivo più adeguato che mi sento di usare per il primo full length della band spagnola, dopo l’EP d’esordio del 2013 “
New Order For Attack”“Peccato”, perché a fronte di un songwriting fresco ed aggressivo, di una prova strumentale eccellente soprattutto nei riff e nei solos davvero pregevoli e di una produzione impeccabile per il genere, abbiamo delle vocals di Albert davvero fuori luogo
Cercando di imitare Paul Baloff non riesce ad essere convincente, il suo timbro è troppo stridulo, gracchiante a volte e privo della incisività che richiederebbe, e ahimè, la voce è troppo importante nella riuscita finale di un disco.
“Peccato”, perché le potenzialità del combo sono davvero notevoli, i riff sono potenti, veloci ( “
NOTLD”, “
Time To Bleed”) e si alternano con aperture acustiche come nella bellissima “
Snake Eyes” il cui bridge centrale ricorda il break di “
Dallas 1 P.M” dei Saxon, oppure in brevi strumentali tutt’altro che banali come “
The Prophecy” nel quale capeggia una chitarra classica spagnoleggiante davvero suggestiva.
I solos sono sempre di pregevole fattura, veloci ma anche tecnici e non sono mai messi lì per caso, ma arricchiscono la melodia delle canzoni e la sezione ritmica è coesa e marcia impetuosa alternando velocità con rallentamenti
Insomma, pur non inventando nulla, questi
No Amnesty dimostrano di avere parecchie frecce al loro arco
“Peccato” ...
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