Attivi da ormai 5 anni, i
Minipony esordiscono solo oggi con un lotto di "canzoni mononota" che mettono a sistema le sonorità di band quali Slipknot (nella scrittura), Meshuggah (per certe deviazioni djent) e Sepultura (per le concessioni tribali "estreme").
I riff monolitici di
Amadeus non si sposano sempre bene con la voce - spesso scarica - di
Emilia, e questo si ripercuote sul risultato finale che disastroso non è di certo, ma pecca di "eccessiva coerenza" e di scarsa scorrevolezza nonostante l'esigua durata del full-length (appena 35 minuti).
È difficile dare un senso a un "track-by-track": brani come
"Milkwithsilk", "Finishing Hanging...", "Dragònprincesa" o
"Human Centipede" non dico che potrebbero essere interscambiabili ma poco ci manca. Va meglio con la più sperimentale
"Gatos" - dai tratti break di scuola Igorrr - o con la nervosa
"Elephants Walking..." - che sfortunatamente diventa noiosa troppo presto.
Il refrain
"I Wanna Eat Minipony Meat Meat" chiude un debutto interlocutorio, non particolarmente memorabile, ma che getta le basi per un futuro, se non roseo, quantomeno dai contorni sfumati. Gambe in spalla...
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