Copertina 7

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2005
Durata:55 min.
Etichetta:Autoprodotto

Tracklist

  1. THRENODY
  2. AUTUMN KNIGHT
  3. THE IRIS
  4. LEGACY
  5. ASATRU
  6. ONCE AND AGAIN
  7. CAMPAIGN OF SHADOWS
  8. THE BEGGER KING
  9. CATACOMBS

Line up

  • Robb Graves: vocals
  • Andy Craven: guitars
  • Jason Nadeau: guitars
  • Greg Weitknecht: bass
  • Eddie Van Silva: drums

Voto medio utenti

Gli statunitensi Winterfell al loro esordio sulla lunga distanza, l'album "The Veil of Summer" (purtroppo al momento senza il supporto di una label), riescono a realizzare un buon album all'insegna di un Heavy Metal dove sono fortemente riconoscibili le origini del gruppo. "The Veil of Summer" non mostra concessioni al Power europeo, rimane più facile paragonare i Winterfell a degli Iced Earth che hanno lasciato un po' da parte il proprio animo thrashy (in ogni modo sempre presente, vedi "Asatru" e "Campaign of Shadows") a favore di qualche spunto progressivo in più. Aiutano nel paragone diversi passaggi acustici e melodici (come per l'affascinante "Once and Again") o i cambi di tempo di "Catacombs", ma anche lo stesso timbro vocale di Robb Graves, che (specialmente nei passaggi più profondi) ricorda non poco Matthew Barlow (l'ormai ex singer degli Iced Earth). Graves si rende autore di una discreta prestazione, anche se talvolta finisce con lo strafare andando a cacciarsi in passaggi che lo mettono un po' in difficoltà (ad esempio su "The Iris"), in ogni caso questo non penalizza l'album, dove brani come "Legacy" o "The Beggar King" riescono a tenere alta l'attenzione, sia nell'ascolto sia sulle potenzialità della bands. Oltre a cantare, Graves si è preso cura della realizzazione del booklet e della copertina, che rispecchia le liriche adottate, spesso e volentieri di stampo Fantasy, un ambito dal quale hanno recuperato il nome adottato, ispiratogli da "A Song of Ice and Fire" di George R.R. Martin. Dall'ascolto di "The Veil of Summer" ne esce fuori un gruppo compatto e determinato, in grado di suonare dannatamente bene, con la batteria di Eddie Van Silva precisa nel dettare i tempi e le chitarre di Andy Craven e Jason Nadeau a sferragliare all'interno delle canzoni, con lo stesso Nadeau a prendersi cura del violino che spunta sull'opener "Threnody".
Una gradita sorpresa, e mi auguro che i Winterfell riescano a trovare chi possa credere in loro e supportarli.
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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