Tornano, ad appena due anni dal più che apprezzabile "Beneath Abyss" (
qui ne parlava il nostro Ermo), gli ellenici
Caelestia con questo secono lavoro licenziato
EMP Label Group dal titolo "
Thanatopsis".
Ed anche in queste "meditazioni intorno alla morte"
Dimitra Talamantes e soci dimostrano di essere un gruppo dalle idee chiare e dalla classe sopra la media, andando ad arricchire il folto gruppo di ottime bands provenienti dalla terra di Omero.
La proposta dei nostri anche in questo secondo platter rimane invariata proponendo ritmiche, riffing ed arrangiamenti di stampo black/death ed arricchendoli con parti sinfoniche o addirittura gothic, affiancando le harsh vocals di
Nikos Palivos alla voce lirica di
Dimitra Vintsou.
Risulta palese pertanto che non ci si debba aspettare chissà quale novità o sconvolgimento da "
Thanatopsis" ma è altrettanto evidente che il set di canzoni è molto valido ed eseguito con grande abilità tecnica.
Dopo la breve intro "
Time for Redemption" infatti un trittico micidiale composto da "
Initium Vitae et Mortis" (ma quanto mi stanno sul piloro i titoli in latino???), "
Thanatopsis" e "
Chamber of Torments" ci presenta cosa i
Caelestia intendano per esplorare il mistero della morte: brani dai riffs micidiali e serrati con una sezione ritmica terremotante che incorporano nel proprio tessuto imponenti stacchi di tastiera, il tutto completato dai duetti
Palivos-Vintsou che si passano la palla in un continuo crescendo.
Dopo l'interlocutoria "
Devil's Game" il gruppo cambia per un attimo registro con "
Dancing with the Demons" in cui la brava (e bella, che non guasta di certo)
Dimitra si prende meritatamente la scena con la prova vocale migliore del disco in un brano etereo, malinconico e sognante.
Il rallentamento prosegue con "
Travel to Eternity" che, sebbene più sostenuta della precedente, non si assesta ancora ai livelli di aggressività della prima metà del disco.
"
Underlife" invece è un brano che riprende stilemi tipici del melodeath, con accelerazioni furiose e armonizzazioni di chitarra a farla da padrone; chiudono il platter "
Martyrs" realizzata con l'ex Flotsam & Jetsam
Jason bittner e la lunga suite "
Lament of the Sea" che, introdotta da una bellissima partitura di pianoforte ed archi, rappresenta una conclusione perfetta ed un manifesto di ciò che sono i
Caelestia.
Un bel disco, non si può non riconoscerlo, che presenta ovviamente qualche pecca (la lunghezza media delle canzoni è a mio parere eccessiva) ma che mantiene freschezza e tiro anche dopo parecchi ascolti. Ancora una volta avere una frontwoman si rivela tutt'altro che uno svantaggio, ma bisogna anche dire che una simile qualità non si trova tutti i giorni.
Consigliato. Fortemente consigliato.
Caelestia - "
Initium Vitae Et Mortis"
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?