I francesci
Soyuz Bear giungono al debutto con questo “
Black Phlegm”, un disco di sludge/doom metal maligno e lisergico, dove le chitarre iperamplificate e zanzarose si bagnano al vetriolo del maligno screaming del singer.
Andiamo subito al sodo e se, per un verso, dobbiamo registrare che la proposta ha poco o nulla di originale né può vantare chissà quali picchi di intensità e marciume sonoro, per altro verso invece il minutaggio giusto (circa mezz’ora) fa si che il disco fili liscio e diventi quasi un ininterrotto flusso di coscienza che raggiunge l’invidiabile effetto di stordire l’ascoltatore e portarlo in una dimensione liquida e lisergica.
Da questo punto di vista “
Dying People” e, soprattutto, la lunga e conclusiva “
Swollen” sono emblematiche della proposta dei
Soyuz Bear.
Per essere un debutto non è male, mostrando delle qualità che abbisognano sicuramente di essere maggiormente sviluppate e implementate, ma che lasciano intravedere ottime prospettive, a patto, oviaimente, di cercare una via più personale e aumentare l’intensità di scrittura.
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