Dopo aver invaso i social con video demenziali e promo più disperati il frontman
Zakk Wylde se ne esce insieme ai
Black Label Society con l’undicesimo studio album della loro carriera;
Grimmest Hits, in uscita il 19 Gennaio, racchiude in se' tutto l’imprinting accumulato dal chitarrista nel corso degli anni e richiama le sue radici che si diramano principalmente tra
Hendrix,
Randy Rhoads,
Led Zeppelin e
Black Sabbath.
Il disco si apre con la grintosa “
Trampled Down Below” segnata da un’ottima linea di basso di
John DeServio che partecipa in modo eccelso a tutte le tracce, non a caso la sua longevità nei BLS è un chiaro segno che negli anni il lavoro è stato fatto indiscutibilmente bene; in Grimmest Hits si seguono una serie di scambi sonori che vanno dal Doom all’Heavy più classico, la seconda traccia “
Season of Falter” non mi ha convinto moltissimo, ma per fortuna torniamo subito a livelli superiori con “
Betrayal” dove si evidenzia un ottimo sound con ritmiche decisamente blues.
Dall’ultimo “
Catacombs of the Black Vatican”, che in controtendenza con la maggior parte dei fan mi ha lasciato con un po’ di amaro in bocca, c’è stata la parentesi Zakk Sabbath, che come si poteva immaginare ha influito enormemente sulla stesura del disco rendendolo quasi un vero e proprio omaggio al gruppo di Iommi & c., che dimostra, come se ce ne fosse ancora bisogno, l’amore viscerale del buon Zakkone per la band di Birmingham (il nome di due dei suoi figli ne è il chiaro esempio, ovvero John Michael come il vero nome di Ozzy e Sabbath Page Wielandt n.d.a.), ma soprattutto per il suo psicopatico frontman Ozzy Osbourne con il quale è legato da una sorta di collaborazione eterna che li ha visti di recente insieme nel tour Americano e che continuerà con la registrazione del nuovo album solita del “Principe delle Tenebre” nel 2018, quest’amore che si riflette chiaramente nei brani "
All That Once Shined", "
Seasons Of Falter" e la ispiratissima "
A Love Unreal", tutte song di ottimo livello, insieme alla trascinante e bellissima “
Bury your Sorrow”, vi prego ascoltate quest’ultima e ditemi se non ricorda “
Dragonaut” degli
Sleep (per la felicità di
Matt Pike n.d.a.)
“
Disbelief” è principalmente caratterizzata da un ottimo riff molto coinvolgente, ovviamente per chi già li conosce è inutile commentare gli innumerevoli virtuosismi del vichingo del New Jersey che sono i punti cardine di tutte le sue canzoni dalla nascita dei Black Label Society, infine c’è spazio come sempre per le solite semiballad strappamutande scritte col cuore come “
The Only Words” e la finale “
Nothing Left to Say”, nel complesso “Grimmest Hits” è dunque un discreto album molto studiato e “doomico”, attendiamo perciò l’unica data Italiana della band in marzo a Milano.
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