Latrare...da un qualsiasi vocabolario possiamo leggere questa definizione: di cane, abbaiare con rabbia e forza. Quando si parla di brutal death è facilissimo indicare il growl tipico del genere con un semplice, banale e stupido " latrare ". Almeno da coloro che questo genere non conosco affatto, non comprendendo che questo " latrare " è la ciliegina sulla torta per un determinato tipo di musica, così quadrata, così aggressiva, così volutamente portata all'estremo. Nel debut di questi quattro scalmati svedesi ( ai quali si è aggiunto un quinto elemento, il bassista Fredrik, qui non impegnato nelle registrazioni ) che rispondono al nome di Deviant, abbiamo un fulgido esempio di come si debba latrare, ehm scusate, cantare sopra un manto di note che schizzano come atomi impazziti, una volta schiacciato il tasto " play ". Questo " Larvaeon " non presenta punti deboli, dentro i solchi di questi infernali 34 minuti ci sono tutti i dettami del genere, quindi chitarre psicotiche atte a disegnare palpitanti affreschi ritmici, non disdegnando repentine ma violentissime fughe solistiche basate su melodie stranianti; un basso elettrico sempre presente, roboante, grosso nel suo incedere, ottimo compagno di viaggio di un una batteria suonata dal tentacolare EB, il quale a colpi di blast beat deflagranti, un uso della doppia cassa veloce oltre l'immaginabile e massacranti sessioni sui piatti, denota fantasia e tecnica veramente notevoli. Sopra a tutto questo godibilissimo inferno in musica, troviamo la poderosa voce di Alx, un continuo e lacerante rantolo che ci guida attraverso le nove canzoni ( più intro ), in una tenebrosa versione di un cantastorie malato. Nove brani, tutti giocati sul minutaggio breve, il che è un bene per una proposta musicale così radicale. Ma badate bene, anche in pezzi di 120 secondi, i quattro svedesi inseriscono riffs e patterns che alcune bands potrebbero utilizzare per un intero disco. Grande tasso tecnico dunque, che si sposa con rabbia primordiale, per un matrimonio meravigliosamente osceno. La produzione buonissima, ad opera di Peter In De Betou, in passato producer di bands del calibro di Dimmu Borgir, Insision e Dark Tranquillity, insomma uno che il genere lo conosce più che bene e che sa trarre il meglio da ogni singola nota, rende giustizia ad ogni singolo componente, nessun strumento è messo in secondo piano rispetto ad altri. I tipi della italianissima The Spew Records hanno visto giusto, puntando su questi Deviant. Ora sta a noi, amanti di queste sonorità. ripagarne lo sforzo, acquistando un lavoro che, personalmente, entra prepotentemente nella top list di questo 2005. Latrare? Ma sì...lasciamo parlare certa gentaglia..
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