"Return To Reality" rappresenta veramente il ritorno alla realtà per i Pandaemonium, che dopo l'esordio, "...and the Runes Begin to Pray", uscito sempre per la Underground Symphony nel lontano 1999, sembravano spariti dalla circolazione. Celati nell'ombra i Pandaemonium hanno potuto invece rinsaldare la formazione attorno al cantante Daniel Reda (fondatore del gruppo) ed al bassista Lorenzo Zirilli (presente già sul disco di debutto), registrare le canzoni che sono andate a comporre "Return To Reality", rimasterizzare poi il tutto ed infine pubblicarlo. C'è andato un po' di tempo, probabilmente più di quanto il gruppo avrebbe voluto, ma i risultati sono certamente apprezzabili.
Lo stile del gruppo è quello che abbiamo già avuto la possibilità di apprezzare, un power metal sinfonico, all'ascolto del quale il pensiero corre ad un periodo in cui diversi altri gruppi stavano mettendosi in evidenza e dando forma al genere, mi riferisco ad esempio agli Highlord, Projecto, Drakkar, Shadow of Steel, ed ovviamente anche ai Rhapsody.
L'intro mi ricorda in ogni caso gli Heaven's Gate più epici: un breve preludio orchestrale e cantato con enfasi, che ci porta rapidamente all'uptempo "Time Of Glory", e se tra le influenze non ci starebbe male una citazione agli Stratovarius e nemmeno ai Blind Guardian, qui sono sopratutto i Pandaemonium a fare un figurone, nei momenti veloci e corali come nel finale acustico. Daniel Reda è autore di un'ottima performance, non si limita solo a salire e cantare in falsetto, ma tiene banco anche sulle altre tonalità e nell'interpretazione delle canzoni, come conferma sulla successiva "Evil Star", uno dei brani più articolati e complessi del disco. I Pandaemonium puntano poi maggiormente sull'impatto con "Ancient Time", dove Reda insiste sul vibrato, o sull'aspetto acustico ed epicheggiante di "Fires in the Sky". Quando però arriva la titletrack ti accorgi che questi ragazzi sono in grado di raccogliere tutte le loro caratteristiche in un unico brano e di renderlo avvincente, grazie anche ad un chorus davvero azzeccato. I ritmi marziali e battaglieri contrassegnano "Hymn to the Fifth Element" e la più powereggiante "Miracle", prima che lo strumentale "Flying over the Clouds" conceda ai tre musicisti (sopratutto al bravo Steve Volta) di mettere in mostra la propria abilità. Si torna a correre con la compatta e misurata "Blazing Fire" (ecco un altro refrain ed un break acustico proprio indovinati) e poi con "Warrior Lost in Time", due brani d'impatto ma, a dirla tutta, non particolarmente originali. Una piccola pecca cui pone rimedio la conclusiva "Land Of Dreams", dove Steve Volta fa largo sfoggio di chitarre acustiche (utilizza anche una Balalaika) ed il cantato di Daniel Reda calza a pennello le atmosfere folk/medioevali della canzone.
Oltre ai 12 pezzi, sul cd troviamo anche in video, quello di "Time of Glory", semplice ma ben realizzato, il tutto propostoci in un lussuoso digipack, dove la copertina (di stampo fantasy e disegnata da Diego Ferrarin) richiama direttamente quella dell'esordio.
Da non sottovalutare. Assolutamente!
"... Goodbye to the people of Reality..."
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