Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2018
Durata:43 min.
Etichetta:Suicide Records

Tracklist

  1. CRYO-VOLCALNIC
  2. SELF-WORSHIP
  3. SALVATION
  4. DENIAL
  5. PENTAGRAM DOCTRINE
  6. LIGHTBRINGER
  7. THE CHOSEN
  8. DYING STAR
  9. NEW WORLD ORDER
  10. OU[T]ROBOROS

Line up

  • Jukka - Drums
  • Pete - Bass and Backing vocals
  • Riku - Vocals
  • Toni - Guitars and backing Vocals

Voto medio utenti

Nonostante gli intenti bellicosi presenti nel booklet di presentazione del full length d'esordio "Lightbringer" dei finnici Black Royal, la musica che ci presentano i Nostri è uno sludge-black molto ricco di groove e lontano dalla velocita' o dal freddo parossismo del genere
Molto bravi nel cercare di evocare il clima di disperato nichilismo che vogliono trasmettere, convinti come sono che "la razza umana ha vagato per migliaia d'anni perdendo tutte le occasioni per progredire e che ora c'è solo un'altra possibilità per evitarne l'estinzione", le 10 canzoni dell'album hanno basso e batteria registrati col massimo "loudness" possibile e le vocals sono un growl si rabbioso ma sempre intelleggibile
"Cryo Volcalnic" apre il lavoro col suo riffama deciso e profondo che sfocia in un chorus tutto sommato orecchiabile, mentre "Self Worship" rappresenta bene il suono dell'intero disco, un intreccio chitarra/basso a creare riff pesanti ma con molto groove che ricordano un pò il gothic-metal alla Paradise Lost, "Salvation" ha un suono ribassato, quasi doom, col suo incedere lento e pesante, "Denial" inizia con un suono alla Motorhead per poi rallentare e riprendere velocità e con un finale ultra rallentato nel quale chitarra e basso vanno a sfumare (molto suggestivo) .
"Pentagram Doctrine" alterna lentezza a up tempo, la titletrack ha un andamento irresistibile col suo grove up tempo e chorus rallentato e melodico, "The Chosen" è cadenzata ed epica, con "Dying Star" il ritmo aumenta e abbiamo un mid tempo con un suggestivo bridge centrale rallentato e catacombale, "New World Order" è interessante per l'uso di synth nella parte centrale e per la voce femminile che dona drammaticità al pezzo, chiude "Ou T Roboros" uno strumentale nel quale spiccano una chitarra acustica slegata e sofferta ed ancora una voce femminile che seduce nella sua drammaticità di fondo, bellissimo.
Le canzoni del disco scorrono piacevolmente dando la sensazione di immedesimarsi in un'atmosfera si marcia, malata, opprimente ma nella quale ogni nota, ogni strumento, ogni linea melodica è ben presente e distinguibile

A mio parere un ottimo lavoro che, pur essendo intrinsicamente melodico, non perde un'oncia in pesantezze e ferocia. Consigliato l'ascolto a chi ama il Black ma ha un'apertura ad altre sonorità
Recensione a cura di Marco ’Metalfreak’ Pezza

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