Oggi ci concediamo una divagazione dal metallo pesante, quindi nessuna doppia cassa, nessuna distorsione, nemmeno l'ombra di uno scream o di un growl.
Nulla di tutto questo.
"The Hunt" è, infatti, un album di puro e semplice folk, neofolk se preferite, nel quale due chitarre acustiche duettano tra loro dipingendo scenari intimi, malinconici e certamente dal fortissimo spirito pagano che, a completamento del quadro espressivo, si intreccia con momenti Ambient oscuri e, francamente, deliziosi nei quali, a volte, è possibile anche ascoltare cori e vocalizzi arrangiati con cura ed assoluta padronanza della forma canzone .
Gli
Ulvesang, che a dispetto del monicker non vengono dal Nord Europa ma sono un duo canadese, ci offrono un album riflessivo, soffice come la neve che in questi giorni cade abbondante, impenetrabile come una foresta ghiacciata, caldo come l'abbraccio del fuoco scoppiettante e di assoluta qualità, perchè le melodie che
Alex Boyd e
Ana Dujaković ricamano con tanta maestria sono affascinanti, "antiche", e sanno penetrarti nell'animo pur mantenendo una vaga atmosfera oscura che ne aumenta il potere evocativo e la forza espressiva.
Credo sia evidente che un album del genere trae giovamento dall'inverno e dalla riflessione: ascoltarlo mentre fuori il vento ulula, come ho fatto io, e con la temperature sotto zero è una esperienza intrigante e appagante in grado di riconciliarti con la bellezza, e con l'asprezza, della Natura alla quale gli
Ulvesang si rivolgono con inni di dolce ed oscura armonia.
Se poi spegnete la luce, la magia è completa.
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