Copertina 6

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2018
Durata:50 min.
Etichetta:Indipendente
Distribuzione:Rock'n'growl Promotion

Tracklist

  1. THE PRAGMATIC
  2. TRUTH–SEEKER
  3. VESSELS
  4. CROWN OF WORMS
  5. MOMENTUM
  6. THE SLEEP OF REASON
  7. TIDEBREAKER
  8. TRIAL & ERROR
  9. TERRA NIL
  10. NOCTAMBULIST
  11. E.M.D.R.
  12. PHANTOM LIMB
  13. THE SOLIPSIST
  14. THE END

Line up

  • J.D. Kaye: vocals
  • Merel Bechtold: guitar
  • Michael van Eck: guitar
  • Frank van Leeuwen: bass
  • Joey de Boer: drums

Voto medio utenti

Storia interessante quella degli olandesi Purest of Pain: nascono nel 2008 ad Hilversum ma -ad eccezione di un EP dal titolo "Revelations in Obscurity" datato 2011- in un decennio di carriera si dedicano principalmente all'attività live come supporto di numerose band (Opeth, Suicide Silence, Unearth e Textures), riuscendo solo quest'anno (autoproducendolo grazie ad una delle ormai diffuse campagne di crowd-funding) a pubblicare il proprio debut album dal titolo "Solipsis".

Altra particolarità della band è rappresentata dal proprio motore, la chitarrista nonchè principale autrice e creatrice dell'artwork del disco Merel Bechtold che - a dispetto dei suoi 26 anni- vanta partecipazioni ai tour di gruppi quali Delain, MaYaN e The Gentle Storm/Anneke van Giersbergen.
Ed infine peculiarità della release è quella di essere stato registrato in presa diretta senza l'ausilio di un singolo effetto digitale o synth (almeno...questo è quanto si legge nel flyer di presentazione, io nutro qualche dubbio sui filtri vocali....).

Tutto molto bello direbbe qualcuno....se non fosse che poi bisogna giudicare il valore del prodotto e qui iniziano le spine.
Purtroppo il frutto di tanto impegno è un album dall'effetto montagne russe e non tanto perchè nonostante venga presentato come un disco melodic death le derive 'core sono fortissime, quanto perchè all'interno di ogni brano convivono diverse anime che sembrano respingersi come un'emulsione di acqua ed olio.
Apprezzabile per il mio gusto che ogni brano da "The Pragmatic" passando per "Momentum", "Phantom Limb" o "Tidebreaker" sia particolarmente riff-oriented ma, i frequenti stop and go, i break solamente vocali tolgono tensione al tutto.

Inoltre in un set di 14 tracce ne abbiamo 5 della durata inferiore ai tre minuti che -nonostante abbozzino idee anche interessanti- non possono svilupparsi adeguatamente risultando quasi dei samples incompleti.
Certo l'età media del quintetto -particolarmente bassa- gioca a loro favore: una certa benevolenza va quindi concessa.
Sta ai Purest of Pain meritarsela con il prossimo disco.

Purest of Pain - "The Solipsist"
Recensione a cura di Alessandro Zaina

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