Copertina 6,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2006
Durata:35 min.
Etichetta:Aghast
Distribuzione:Masterpiece

Tracklist

  1. INTRO
  2. THE SPECTATOR
  3. TEUFELSWERK
  4. OV SNAKE
  5. THE COSM, THE VACUUM, THE WAVE
  6. SPLENETIC
  7. FOR THOSE BENEATH ME
  8. TRIPLICITY
  9. KHERT NETER

Line up

  • George: keyboards
  • Sergej "Destruction": vocals, guitars
  • Sergey: bass
  • Karlis: drums
  • Sergey "Filth": guitars

Voto medio utenti

Normalmente non sono un grandissimo fan di lavori che facciano della tecnica (sia compositiva che esecutiva) il loro fondamento di base. Soprattutto quando le soluzioni intricate sono utilizzate come velo per mascherare una mancanza di capacità nell'emozionare, nel trasmettere sensazioni anche con strutture basilari o addirittura elementari. Questo non è esattamente il caso dei Neglected Fields, che per fortuna non si abbassano a comporre un'unica sbrodolata di tecnica nonostante spesso esagerino in questa direzione. La loro miscela di tecno-death e black melodico è indubbiamente ben congegnata, e traspare anche una certa ricerca stilistica in soluzioni che riescono a inserire interventi di sinfoniche tastiere in punti quasi impensabili. "Ov Snake" è un perfetto esempio di canzone riuscita in "Splenetic", grazie alla bizzarra mescolanza di parti sostenute e improvvisi rallentamenti, con i synth a fare spesso da collante. Ma è la sezione ritmica a reggere tutta la struttura, e se in alcune parti il drumming risulta troppo nervoso e quasi fastidioso, per il resto è sempre notevole il lavoro di Karlis per cercare di stare dietro alle indiavolate chitarre. Proprio il riffing della coppia di quasi omonimi Sergej/Sergey si fa continuamente protagonista, ma in un modo che spesso riesce diffile seguire proprio per i troppi break e cambi di tempo che non danno un'impressione di continuità. Non ho invece apprezzato molto la prestazione vocale, che mi è sembrata monocorde e sforzata, poco ispirata. Nonostante tutto, gli amanti di questo tipo di sonorità rimarranno colpiti dal lavoro dei cinque ragazzi Lettoni, sicuramente più di quanto lo sia stato io. Avrei preferito un pò di coerenza in più nelle soluzioni adottate, anche a costo di perdere qualcosina in termini di originalità. Ma questo, lo ripeto, è solo un parere personale!
Recensione a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi

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