Il fatto stesso che ad ogni nuova uscita dei Children of Bodom si senta il bisogno di ripercorrere sempre l'intera discografia, un po' per confronto un po' per nostalgia, indica l'importanza che tutt'oggi caratterizza il gruppo nel panorama europeo. I fans dimostrano sempre un grande attaccamento alla band, soprattutto in sede live, anche se oramai il gruppo sta deviando il proprio sound da quella giovanile irruenza degli esordi ad un controllata pesantezza gelida che diventa sempre più figlia di quel buon tecno-thrash americano vecchio stampo, modernizzate da decenni di massiccia cura Pantera. Le ritmiche sferrate in "Are You Dead Yet" acquistano sempre più peso specifico, sorrette da una batteria come al solito precisa e fantasiosa, ma ora più cadenzata e monolitica che mai. Il gusto "Children of Bodom" per il barocco musicale, per quei decolli pindarici di chitarra e tastiera ed il tocco ruffiano anche nei numerosi riffs che scendono giù direttamente dalle casse dello stereo, quel gusto dicevo non è (ancora) svanito, e riemerge preponderante come nell'opener "Living Dead Beat" ed in "If You Want Peace... Prepare for War". Purtroppo non tutte le composizioni tengono alta la bandiera dell'eccellenza, anzi sono presenti diverse cadute di tono e di qualità che in alcuni punti fanno affiorare in maniera piuttosto allarmante la noia. Ed è questo il problema che tarpa e ali all'ultima fatica dei Children, nonostante le prodezze pirotecniche di Alexi sulle sei corde o la produzione iperamplificata che premia il muro ritmico delle chitarre a scapito delle tastiere. Se vi è piaciuto "Hate Crew Deathroll", potete tranquillamente possedere anche "Are You...". Viceversa andate a rispolverare "Hatebreeder" Sciauz.
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