Primordial di nome e di dischi.
La band irlandese dall'
epicafacile E dalle profonde lande interiori continua a stupire decennio dopo decennio e con EAtR ci trasporta nel nocciolo di ogni
Rovina.
Quest ultimo lavoro è un miscuglio mercureo e furente. Ha l'enorme pregio di esser portatore di melodie universali che amalgamano i popoli metallici della terra e che fanno del ferro uno statuto-sociale imponente, veementemente equanimizzante.
Qualche evocazione arcaica e le solite pennate stilistiche riempiono le membra e le coclee di linfa viva.
Siamo e restiamo accanto ad Un gruppo immenso che incarna forze distanti, coraggiosi strazi, e imminenti (medesime) sconfitte. È doveroso, comunque, coniugare rammaricare perché qua e là qualcosa non torna. Avete presente quelle pellicine sulle dita che dal rossore possono anche fare malissimo? Paradossale e reale al contempo.
I P., inoltre,
pianificano un'anima dispersa, vacua, altrimenti inesistente.
I nostri riescono una volta ancora a sublimare le corde tese e a far collassare le note assurde all'altezza del petto.
I suoni sono organizzati per cartelle e quindi qualcosa della personalità musicale può ammorbare.
L'oggettività del carisma e dello spirito [superiore] si tocca ,quando, nella stessa canzone si sentono vivi i morti e soavi (tangibili) I simboli [ - W. Dane in bilico tra alcune suggestioni Åkerfeldtiane
fuse al piombo delle divagazioni fuligginose degli sconosciuti geniali Anacrusis...]
Anche i "miglior" Andreas Hedlund (M. Barrow) aleggiano come egregore attorno a N. Nemtheanga.
Tutto è ricco, profondamente livido e incantenvole. Unico. Teso ad essere altrove e ovunque: inarrivabile a "chi" canti le gesta senza comprendere cosa sia La caduta (« dharme cārthe ca kāme ca mokṣe ca bharatarṣabha
yad ihāsti tad anyatra yan nehāsti na tat kva cit »)
Album della settimana. Torniamo... (Da) DOPE!
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