Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2018
Durata:40 min.
Etichetta:Frontiers Music

Tracklist

  1. COME ALIVE
  2. GOOD TO LOOK BACK
  3. SATISFIED
  4. BOULDERS
  5. I’M BACK
  6. GLOW
  7. OVER AGAIN
  8. JONNY REDHEAD
  9. SOULS
  10. RUNNING RED LIGHTS

Line up

  • Eamon Nancarrow: vocals
  • Tommy Dickson: keyboards
  • Niall Diver: guitar
  • Davey Irvine: guitar
  • Steve Strange: drums
  • Paul Boyd: bass

Voto medio utenti

Ascolti il debutto eponimo dei No Hot Ashes e ti domandi quanti gruppi di valore non sono riusciti, per miopia dell’industria discografica, scelte sbagliate o destino avverso, a raggiungere la meritata visibilità a beneficio, magari, di formazioni molto meno dotate, ma maggiormente favorite dalla sorte, scaltre o raccomandate.
Per fortuna esistono etichette “illuminate” che ci aiutano a scovare una band come questa, nata nel lontano 1983, arrivata ad aprire i concerti di Mama’s Boys e Magnum, entrata nell’orbita della GWR Records (Motorhead, Girlschool, …) e ciononostante finora non andata oltre la pubblicazione di un unico singolo (“She drives me crazy” del 1986).
Intravisti (e apprezzati) al Frontiers Rock Festival III, i nord-irlandesi sfornano oggi un albo parecchio emozionante, equilibrato e maturo in tutti i suoi elementi espositivi, che s’ispirano ad autorità britanniche del calibro di FM (e non è un caso che il disco sia prodotto da Merv Goldsworthy e Pete Jupp), Strangeways, Airrace e Heartland e si sostentano in maniera assolutamente autonoma grazie ad una notevole perizia tecnica e a un innato buongusto nel songwriting.
Eamon Nancarrow si rivela un vocalist di primo piano, capace di ammaliare l’astante grazie ad interpretazioni sempre assai competenti e coinvolgenti, le chitarre di Niall Diver e Davey Irvine graffiano e adescano, abilmente supportate dalle preziose tastiere Tommy Dickson e da una sezione ritmica molto funzionale ed efficace, composta da Steve Strange e da Paul Boyd, purtroppo scomparso prima dell’uscita ufficiale di “No not ashes” (ed è a lui che è dedicato l’albo).
Le canzoni scorrono agili e fresche, e se l’apertura della raccolta è affidata all’avvolgente e pastosa “Come alive”, proseguendo nell’appagante fruizione dell’opera troverete anche i riverberi country della vivace “Good to look back”, le scosse funky di “Satisfied” e la malinconia della ballata “Boulders”, intrisa di virile passione.
Subito dopo è necessario soffermarsi su “I’m back”, una catartica dichiarazione d’intenti con le sembianze di un gioiellino di grande suggestione armonica, per poi passare alla pulsante “Glow” e venire irrimediabilmente conquistati dal clima vagamente alla Dare di “Over again”, impreziosita da un classicissimo passaggio di twin-guitars.
La scanzonata e divertente “Jonny Redhead” propone un’altra sfumatura espressiva del gruppo, che con la soffusa e intensa “Souls” (cover di Rick Springfield) rende un esplicito omaggio agli eighties e con la frizzante “Running red lights” regala una bella sferzata di energia e positività, sigillando un programma che si ha immediatamente voglia di riascoltare.
Non rimane che plaudere la Frontiers Music per la bellissima “(ri)scoperta” ed esortare il popolo del rock melodico a sostenere senza ulteriori indugi i valorosi No Hot Ashes, meritevoli di conseguire, finalmente, un adeguato e ampio riconoscimento.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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