A due anni di distanza dal discreto
"Non Paradisi", torna il "dj-metal"
GosT con un full-length che ne è la degna prosecuzione.
"Possessor" suona complessivamente meno estremo del suo predecessore, nonostante vari rimandi espliciti al recente passato (su tutti l'ibrido synthwave/death metal nell'ultracompressa
"Garruth").
L'atmosfera è spesso opprimente - ascoltate le urla strazianti della titletrack, l'ansiogena
"Shiloh's Lament" o l'electro-doom raggelante di
"Legion" - ma il buon
Baalberith non ha paura di strizzare l'occhio a sonorità più propriamente commerciali (
"The Prowler" riecheggia i
SURVIVE, le melodiche
"Sigil" e
"Malum" profumano di Depeche Mode,
"16 A.M." è un ottimo brano da dance-floor), così come non teme di spingere sull'acceleratore quando serve (l'assalto blast-beat di
"Beliar" non lascia spazio a dubbi).
"Loudas Deceit" - omaggio sicuramente voluto all'opera di
John Carpenter - spicca per originalità insieme alla conclusiva
"Commandment", dall'approccio
"no-compromises".
Una gradita conferma.
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