La patria di
Johann Strauss può sfoggiare un notevole e variopinto
parterre di compagini estreme dall’alto tasso qualitativo:
Belphegor,
Summoning,
Abigor,
Kæltetod,
Anomalie,
Harakiri for the Sky, i compianti
Dornenreich, gli incompresi
Korova i primi nomi che mi sovvengono.
Ebbene: da oggi, ogniqualvolta mi dovessi trovare a snocciolare l’elenco delle eccellenze austriache in tema di
black/
death metal, aggiungerò senz’altro al nobile novero il nome dei
Theotoxin. E capirete anche voi come, per un avvocato di
Mantova, le occasioni adatte ad imbastire simili discussioni si sprechino…
Ok, inutile illudersi: un simile spunto di dibattito non mi capiterà mai.
Vorrà dire che approfitterò di questa recensione e della Vostra preziosa attenzione per tessere le lodi di “
Consilivm”, secondo
full length del quintetto.
Raramente la succitata etichetta di
black/
death è stata così calzante, dal momento che il sound proposto dai
Theotoxin si propone in effetti come un perfetto
mélange -termine che, neanche a farlo apposta, indica altresì una specialità viennese a base di caffè con aggiunta di panna- delle due componenti.
Detta ambivalenza stilistica si riflette tanto nelle vocals di
Havres Heremita (cui va riconosciuta una notevole padronanza sia del
growling che dello
screaming), quanto sotto il profilo squisitamente musicale. Anche a livello di tematiche, come avrete intuito dall’
artwork di copertina, non ci scostiamo granché dalle consuete invettive di stampo eretico care ad entrambi i generi.
Volendo spendere dei riferimenti indicherei un ideale ponte tra i
Dark Funeral anni 2000 ed i
Behemoth epoca “
Satanica” - “
Thelema”. Gran belle fonti da cui attingere per quel che mi riguarda, sebbene nei solchi del dischetto in esame non si rinvengano i picchi di frenesia iconoclasta dei primi, né le vette di feroce sapienza compositiva dei secondi.
Ciò non toglie che “
Consilivm” tocchi tutti i tasti giusti, proponendosi come un discreto compendio di musica del diavolo.
A loro agio sia nelle fasi più tirate (la doppietta di apertura in salsa
blast beat “
Deus Impostor” - “
Yersinia Pestis” parla chiaro), sia nei
mid tempos (si pensi alle malevole “
Chant of Hybris” e “
Hexenflug und Teufelpakt”), senza rinunciare a qualche parca concessione melodica (la conclusiva strumentale “
Abgesang”, alcuni passaggi di “
Somnus Profanus”), i
Theotoxin propongono una ricetta collaudata contraddistinta da pochi cali, pochi fronzoli e tanta sostanza.
Manca ad oggi -anche a causa di una produzione formalmente ottima ma carente in termini di dinamica- il colpo del ko, quel brano assassino che ti fa venir voglia di andarti a sbattezzare imbracciando una mazza ferrata.
Ciò concesso, credo proprio che le letali dissonanze di “
Stillstand” o le ritmiche spezzacollo di “
Adoration of the Blight” sapranno soddisfare i cultori delle sonorità più nere.
Forse non imprescindibili come
Summoning e
Abigor, magari non talentuosi come
Harakiri for the Sky e
Korova, ma un altro bell’esempio di fumante metallo dalla terra di
Gustav Mahler senz’altro.
Promossi.
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