Gli inglesi Schiztome ci offrono un sound potente, a metà tra il thrash panteroso di inizio anni ’90 (e non a caso dedicano il disco a Dimebag Darrel) ed il metalcore che va tanto di moda oggi.
Questo “The Art Of Dying” è un disco che non aggiunge nulla alla storia del metal, però va detto che si lascia apprezzare per una bella dose di sana ed ignorante violenza, con bordate cariche di groove e ritmiche davvero pesanti.
Non si può non apprezzare la becera e viscerale violenza di “A Cure For The Disease That Is Mankind”, che raggiunge vette di machinehediana memoria, o le accelerazioni quasi grind di “Return To the Pit”, oppure la mastodontica e conclusiva “Human Filtration Systems”. Quando una band arriva alle ultime tre canzoni e ha ancora così tanta carica, merita i complimenti.
Il disco è tutto giocato sul filo della tensione, la quale sfocia sempre in cariche selvagge da parte del batterista o della coppia d’asce, senza contare le vocals del singer Craig Baker, costantemente in overdrive, senza mai trovare lo spazio e il modo per clean vocals.
Non c’è molto altro da dire su questo disco se non che a volte non c’è bisogno di tanti fronzoli, non c’è bisogno di masturbazioni intellettualoidi, non vogliamo la pace, bensì la guerra, vogliamo un sano, fottuto e devastante massacro. Qui lo troviamo assicurato, e se proprio avete dei soldi da buttare, almeno qui li butterete per una giusta causa: l’annichilazione dei vostri neuroni.
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