Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2018
Durata:63 min.
Etichetta:Minotauro Records

Tracklist

  1. A DYING MAN’S WISH
  2. DAMNATIO MEMORIAE
  3. KILLING FLAW
  4. GHOSTS OF PARLOUS LIVES
  5. MOURNING THE LOSS OF THE LIVING
  6. THERE WAS DEATH
  7. WALLS WITHIN WALLS
  8. NO END TO SORROW
  9. AN END TO SUFFERING

Line up

  • Ian Arkley: vocals, guitar
  • Addam Westlake: bass
  • Gareth Arlett: drums
  • Simon Bibby: keyboards, vocals
  • Greg Chandler: additional keys, vocals

Voto medio utenti

Dopo aver recentemente pubblicato la ristampa arricchita di “Damnatio memoriae”, è ancora una volta la nostrana Minotauro Records a patrocinare il nuovo albo dei My Silent Wake, operoso gruppo inglese di gothic / doom / death giunto alla decima produzione discografica.
Una scelta sicuramente azzeccata, dacché i britannici anche in questo “There was death” forniscono una lucida e coerente prova della loro ars musicale, non particolarmente “innovativa” e tuttavia davvero intensa e piuttosto suggestiva.
Durante l’ascolto non si può, infatti, non pensare a My Dying Bride, Paradise Lost e (primi) Anathema, eppure le canzoni sono dotate di una spiccata capacità di coinvolgimento, edificata su una cultura specifica evidentemente tutt’altro che approssimativa e superficiale.
In una scena dove il verbo “creare” è ormai raro e sempre più spesso è sostituito dal molto meno edificante “copiare”, ben vengano musicisti capaci di sviluppare le loro evidenti ispirazioni primarie attraverso innato buongusto e tensione espressiva, producendo “surrogati” di notevole valore.
Il cantato acre e affranto di Ian Arkley costituisce il classico “valore aggiunto” della situazione, mentre le chitarre scorticano i sensi e le melodie e le ritmiche ipnotizzano in un quadro sonoro che si manifesta al tempo stesso rabbioso, avvolgente, cupo, drammatico e visionario.
Le due suite del programma, la malinconica ed enfatica “Ghosts of parlous lives” e la solenne “An end to suffering”, rappresentano verosimilmente il lato migliore e maggiormente composito delle capacità artistiche dei My Silent Wake, ma anche brani più “diretti” come la morbosa “A dying man’s wish”, la possente e magnetica “Killing flaw” e l’apocalittica title-track testimoniano l’abilità e la sensibilità di maturi interpreti del settore.
Segnalando, infine, il sognante e torvo crescendo di “No end to sorrow”, non rimane che consegnare “There was death” a tutti gli appassionati dei suoni decadenti, tetri e angosciosi, i quali, ne sono convinto, sapranno gradirne la pulsante tempra emozionale.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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