I tarantini
Blindcat rilasciano il loro secondo album per
Andromeda Relix, dopo aver affinato le proprie qualità dividendo il palco con mostri sacri del calibro di Glenn Hughes e Russell Allen. Influenze sicuramente positive per il loro puro heavy rock ottantiano, sul quale aleggia a mio avviso la presenza di Zakk Wylde e dei Black Label Society.
Sarà per la timbrica di
Gianbattista Recchia, molto simile a quella dell’irsuto rocker americano, sarà il fiammeggiante lavoro chitarristico di
Domenico Gallo, che sarebbe piaciuto all’Ozzy di “No rest for the wicked” e “Ozzmosis”, sarà per il groove pulito e preciso della coppia
Laneve/Rizzi, ma questa mi sembra davvero una versione più linda dell’acclamata band d’oltreoceano. Ad esempio in pezzi serrati ma velati di oscurità, come “
The Black Knight” o la title-track, oppure nel rock arioso ed ozziano “
Nothing is Forever”, ed ancora nella ballata sospesa tra energia e malinconia “
Stars and Sunset”, l’impronta del rock turgido a stelle e strisce è talmente palese quanto ben reinterpretata dal quartetto nostrano.
Indubbiamente un’ottima prova, forse ancora con qualche surplus di citazioni, ma solida ed interessante sotto tutti gli aspetti.
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