Qualche giorno fa ho ascoltato il debut album di Adzalaan, progetto Black Metal di
Rory Flay, il fondatore del'etichetta underground americana
Vrasubatlat che si configura come una sorta di collettivo di persone dedito all'esplorazione di forme estreme di musica.
Dagger Lust, che vede
Rory al basso ed alle voci, dell'etichetta rappresenta l'espressione dedita ad un brutal / grind fortemente imbastardito da massicce dosi di power electonics, tutti elementi che si coagulano all'interno di
"Siege Bondage Adverse to the Godhead", il primo lavoro di questo terzetto completato da
Tony Thomas alla batteria e da
Jackson Abdul-Salaam ai macchinari.
L'album, che avrete notato dalla line up essere privo di chitarre, rappresenta un ascolto molto difficile perchè, spesso, si finisce nei territori della pura cacofonia dove ricerca sonora, melodia, tecnica e forma canzone non trovano assolutamente posto, sostituite da brutalità, spirito hardcore, marciume, registrazione lo-fi e, fondamentalmente, violenza alla stato puro.
Purtroppo, e lo dico sinceramente, a me questo tipo di estremismo non dice niente.
"Siege Bondage Adverse to the Godhead", al di là dei proclami della casa discografica, è un mediocre concentrato di rumore che, forse, qualcuno proclamerà musica, ma che per me è, e resta, solo ed esclusivamente tempo perso: quello che ho dedicato io al suo ascolto.
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