Dopo l'uscita dell'EP "The Three Appereances" nel 2014 si erano perse completamente le tracce degli
Assumption, tanto che ormai ero rassegnato all'idea che quel piccolo gioiello sarebbe rimasto l'unica testimonianza incisa della band siciliana. Potete quindi immaginare con che impeto di rinnovata curiosità abbia appreso la notizia qualche mese fa che il gruppo era in procinto di rilasciare finalmente il nuovo disco sotto l'ala protettrice della
Everlasting Spew Records, etichetta underground che negli ultimi anni ha saputo imporsi come una delle label più interessanti e qualitativamente di alto livello in giro oggigiorno.
"Absconditus" è un'opera davvero imponente di death/doom che ha in formazioni come
Evoken,
Esoteric e
Thergothon i propri mentori, ma dalla quale traspare anche un'interpretazione personale della materia musicale: nei tre brani che compongono il disco gli Assumption si muovono con grande agio tra tempi dilatati e funerei che spesso sfociano in digressioni dai toni eterei e psichedelici che riportano alla mente i migliori Evoken e che talvolta toccano territori quasi ambient e dal mood siderale, come esemplificato da "Beholder Of The Asteroid Oceans (Pt. 1&2)". "Resurgence" è invece un brano dai tratti più canonicamente death/doom, ma non per questo meno intenso nonostante la durata considerevolmente inferiore rispetto alle altre tracce. Il lavoro dietro al microfono di Giorgio è eccelso con il suo growl cavernoso, voce struggente nonchè unica possibile per quel che mi riguarda per un genere come questo, mentre il lavoro di chitarra è curato nei minimi dettagli e si amalgama perfettamente con il sottofondo sinistro e cupo creato dalle tastiere.
Bentornati dunque
Assumption, nella speranza che non passino altri 4 anni per poter ascoltare nuova musica: una volta premuto play, "Absconditus" diventa una droga ed è sempre più difficile staccarsene.
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