Il primo full-length dei norvegesi (e giovanissimi)
Vorbid è un concept album sui fattori che influenzano la mente umana ad agire e a pensare. Un tema così articolato farebbe pensare a una band di ispirazione progressiva, cosa vera fino a un certo punto.
Il pedigree della formazione è chiaramente thrash metal, genuino ma non particolarmente evoluto né nel suono né negli arrangiamenti (
"If There's Evil"): la vocalità sguaiata di
Briggs è curiosa, rievoca
Halford ma ha una sua specificità caratterizzante.
"Zombie" si sporca di prog e di power americano, senza raggiungere le vette artistiche di
Vektor o
Riot ma risultando comunque credibile. Le parti strumentali elaborate di
"Invention Intervention" sono uno specchietto per le allodole in una traccia che sintetizza tutti i cliché della Bay Area, così come la successiva
"To Mega Therion", che nonostante il titolo è esuberante e dinamica nella migliore tradizione speed.
I ventiquattro minuti (perlopiù strumentali) della titletrack vorrebbero essere il colpo di scena di
"Mind", ma questo episodio - dall'inequivocabile impronta progressiva - vive di giustapposizioni di riff slegati tra loro che non ne agevolano l'ascolto: l'intro mi ha ricordato
"Peruvian Skies" (già di per sé un brano "scopiazzato"), il break con le chitarre acustiche potrebbe rimandare a certi Genesis, ma si tratta solo intuizioni non sviluppate a dovere.
Un esordio certamente positivo, ma ancora un po' acerbo.
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