Cold - 13 Ways To Bleed On Stage

Copertina 10

Info

Anno di uscita:2000
Durata:48 min.
Etichetta:Geffen

Tracklist

  1. JUST GOT WICKED
  2. SHE SAID
  3. NO ONE
  4. END OF THE WORLD
  5. CONFESSION
  6. IT'S ALL GOOD
  7. SEND IN THE CLOWNS
  8. SAME DRUG
  9. ANTI-LOVE SONG
  10. WITCH
  11. SICK OF MAN
  12. OUTERSPACE
  13. BLEED

Line up

  • Scooter Ward: vocals
  • Sam McCandless: drums
  • Jeremy Marshall: bass
  • Kelly Hayes: guitars
  • Terry Balsamo: guitars

Voto medio utenti

Il top della band per il sottoscritto, l'album migliore che una band promettente come i Cold poteva fare è sfornato al secondo tentativo dopo un omonimo album un pò carente sotto l'aspetto compositivo. La band acquista vigore e corposità nel suono grazie all'innesto di Terry Balsamo che si occuperà della chitarra ritmica anche nel successivo album per poi passare a suonare negli Evanescence. Proprio la maggior varietà di soluzioni che possono permettere due chitarre al posto di una sono il punto forte di questo album, Kelly finalmente libero può occuparsi di intrecciare la sua chitarra solista effettata su una base lineare proposta dalla ritmica. La band trova in ciò le capacità per suonare brani che delineano così un vero trademark nel quale è subito riconoscibile la bella voce di Ward. 'Just got wicked' è il brano ideale per l'apertura, diretto, dinamico e potente, da qui in avanti ogni piccola perla che seguirà sono delle ipotetiche hit da radio alternative, nella seguente 'she said' introdotta dal piano, strumento molto amato da Scooter il quale compone quasi tutto tramite esso prima di proporre le songs al gruppo, troviamo Fred Durst (Limp Bizkit) in veste di producer, e proprio l'amato odiato cantante è il mentore di questa stupenda band. La band ci delizia con brani che si stampano nella testa per non uscirne per lunghi inverni freddi e tristi, infatti Scooter tramite i suoi testi esorcizza i suoi demoni interiori, i testi sono strettamente personali e la felicità non sembra aver per ora spazio nella sua vita, dimostrazione ne è il brano 'end of the world', uno dei migliori in assoluto, dove l'aggressività delle chitarre convive benissimo con la malinconia che sprigiona la voce, Sam picchia duro sulle pelli e bisogna dire che il suono della batteria e la versilità delle ritmiche tenute in questo album è fondamentale per la buona riuscita. Entrare in contatto con i Cold è come toccare un freddo tubo d'acciaio nel quale improvvisamente inizia a scorrere acqua calda, gli episodi passano da ritmi sostenuti a brani intimi con una perizia chirurgica, le lacrime sono equilibrate con i momenti di rabbia espressi dagli strumenti, le orchestrazioni di alcuni brani poi non fanno altro che accrescere queste sensazioni apparentemente lontane tra loro, forza-disperazione, Scooter dedica il brano 'no one' alla madre, le lamette e i coltelli raffigurati nel booklet non sono rassicuranti e l'aspetto che l'album lascia trasparire è sicuramente inquietante, l'oscurità accompagna la depressione...per fortuna la band sorregge il tutto con una vigorosa dose di sana musica heavy. Non vengono disdegnati i soventi inserimenti vocali femminili nei chorus i quali servono ad aumentare lo stacco con l'aggressività delle chitarre. Altro ospite di lusso è il cantante-amico degli Staind, Aaron Lewis, che presta la sua voce in due brani 'send in the clown' e 'bleed', quest'ultima una delle più belle canzoni acustiche che mi sia mai capitato di sentire. L'album più ispirato e completo dei Cold, la migliore formazione, la migliore produzione per il range di emozioni che si voleva raggiungere. Grandi!
Recensione a cura di Dragula

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