Quando ti capita di recensire degli album come
“Viktoria” hai solo due possibilità, o ti tappi il naso, butti al cesso la tua dignità e onestà di scribacchino metallico duro e puro, e scrivi quello che i fans vogliono leggere, oppure, affronti la realtà di petto e dici la verità, la tua verità per carità, ma comunque solo la verità pura … Mi è capitato di dover “parlar male” di alcuni dei miei “idoli” adolescenziali, mi è capitato qualche settimana fa con gli
At The Gates, ma mai mi sarei aspettato di dover quasi scrivere il necrologio dei
Marduk … Sono cresciuto con la band di
Morgan, li ho praticamente accompagnati per tutta la loro carriera, ad esclusione del debut
“Dark Endless”, ho ascoltato tutti i loro album al momento dell’uscita … ho adorato la parte iniziale della loro carriera e supportato con duro oltranzismo i periodi più bui di metà carriera, fino a digerire addirittura il cambio di batterista e di cantante (
Legion è leggenda pura per il sottoscritto) … ho intervistato la band almeno 9 volte in passato … ho amato alla follia i
Marduk, ho fatto parte della Marduk legion … ed è quindi giusto, che io certifichi e vi indichi il viale del tramonto intrapreso dalla band … Quando è stato rilasciato il primo zoppicante singolo
“Werwolf”, un improbabile incrocio tra i peggiori
Satyricon e gli ultimi
Watain “da classifica”, e la discutibile copertina (che sarebbe stata perfetta per una band hardcore) ho intuito i primi segnali di cedimento, ma quando anche gli ultimi secondi di
“Silent Night” sono svaniti via nella noia più pura, ho avuto la certezza … questo è l’inizio della fine !
“Viktoria” è un album banale, senza mordente, senza alcuna ferocia, prendete ad esempio il secondo inoffensivo singolo
“Equestrian Bloodlust” o la title track, due pezzi che vorrebbero spaccare il mondo ma che riescono a scuotere a malapena una casetta di paglia … Per una band come i
Marduk il venir meno dell’impatto e della ferocia esecutiva vuol dire mettersi alla pari di tanti altri colleghi più giovani, senza però aver più la freschezza esecutiva o la grinta di quest’ultimi. L’emblema di ciò che sto dicendo sono
“The Last Fallen” o
“The Devil Song” (gran bel titolo … ) due pezzi tutt’altro che mediocri, ma che non riescono ad andare oltre la sufficienza perché affossati da momenti di stanca e banalità disarmanti. L’unico brano che si salva veramente è
“Narva” , dove per quattro minuti si possono ascoltare i veri, vecchi
Marduk, per il resto è un lungo tirare a campare … L’ispirazione di
Morgan tocca uno dei minimi storici con
“Tiger I” (ma che titolo è?) e con
“Silent Night” due “ballad a la
Marduk” che vorrebbero riproporre la nera aurea magica di
“Dracul Va Domni Din Nou In Transilvania” ma che falliscono miseramente. Arrivati alla fine di questa mezzoretta resta veramente l’amaro in bocca, mai mi sarei aspettato di dover criticare cosi aspramente la band, ma
“Viktoria” è proprio un album piatto, che non lascia niente, se non una mera scusa per andare in tour … Dopo quasi 30 anni di carriera i
Marduk accusano uno stop che potrebbe essere decisivo per la loro carriera, spero ovviamente di sbagliarmi, ma per adesso non c’è luce all’orizzonte. Ci salutiamo adesso per non doverci lasciare con le lacrime agli occhi poi. Voto di stima (e basta)