Qualche tempo fa, parlando del pregevole debutto dei Perfect Plan, rilevavo come la supremazia scandinava nell’ambito della scena europea del
melodic rock apparisse tuttora pressoché incontrastata, nonostante il “pericoloso” avvicinamento della nostra
Italietta e il ruolo d’importante e prestigioso
competitor interpretato dal Regno Unito.
Dall’analisi era rimasta esclusa la Germania, un po’,
ehm, per una “colpevole” dimenticanza e molto perché da parecchio tempo dalla patria degli “odiosi”
Bund non emergono realtà musicali in grado di raccogliere lo scettro, o quantomeno perpetrare il nobile lignaggio, di Scorpions, Zeno, Fair Warning, Bonfire e Victory.
All’elenco succitato si potrebbero aggiungere i
Frontline, una
band che soprattutto all’inizio di carriera (successivamente si sarebbe un po’ persa per strada …) sembrava davvero essere in grado di sfidare sul loro terreno preferito i migliori
class-rockers d’oltreoceano, forte di una spiccata propensione al genere, oltre che di una preparazione tecnica all’altezza dell’impegnativa situazione.
La ristampa del loro debutto “
The state of rock”, uscito originariamente nel 1994 e oggi diventato di difficile reperibilità, è un’occasione imperdibile per costatare in prima persona quanto appena affermato, e per godere di un dischetto davvero intrigante, dominato dalla voce squillante (e vagamente
Perry-esca) di
Stephan Kämmerer e dalla chitarra tagliente e sensibile di R
obert Böbel, il quale si è anche occupato del
re-mastering di questa riedizione dell’opera targata
AOR Heaven.
L’album è un egregio concentrato di tutto quello che un estimatore del settore può desiderare per soddisfare il suo avido apparato
cardio-uditivo … melodia, potenza, eleganza e buongusto compositivo si ritrovano in un programma che ha in “
Heaven knows”, “
Endless” , “
Dangerous game”, “
Hold on” e “
Victim of madness” i suoi momenti più appassionanti e in “
I’m fallin” e “
Alone”,
bonus-tracks dell’edizione giapponese del disco, un brillante supplemento di godimento sonico, adatto, magari, pure per ingolosire i
fans del gruppo.
Se cercate un eccellente esempio di
hard de-luxe mitteleuropeo non lasciatevi sfuggire “
The state of rock” (e il successivo “
Heroes”, di cui torneremo a parlare …) … un piccolo “tuffo nel passato” assai godibile, da assaporare nell’attesa che si palesi qualche nuovo esponente alemanno veramente idoneo alla grande contesa melodica internazionale.
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