“Proverbial Lambs to the Ultimate Slaughter” è il terzo album in studio in 13 anni di attività per i
Faithxtractor, band di death metal old school proveniente da Cincinnati, che vede fra le proprie fila i fratelli
Thomas già all’opera negli horror punk
Vladimirs.
Un side project - il che giustifica le pause di cinque anni alla volta fra un disco e l’altro – che li vede trattare un mix di death metal melodico di stampo svedese (senza però avere i suoni settati in midrange e le chitarre a zanzara) ed in cui convergono, rubati qua e là, idee scopiazzate da
Bolt Thrower e primi
Immolation.
Appesantito da una registrazione fin troppo grezza (va bene che deve suonare “vecchio stile”, ma porca pupazza c’è differenza fra suoni spigolosi e suoni fastidiosi no?),
“Proverbial Lambs to the Ultimate Slaughter” è un lavoro prevedibile, già sentito, in cui è assente il minimo concetto di rielaborazione personale. Capite che siamo oltre il concetto di derivativo.
Il che non implica che questo sia un disco brutto o inascoltabile
a priori, sia chiaro, semplicemente non capisco perché non debba metter su al suo posto
“Realm of chaos” o “Dawn of possession” o qualsiasi altro disco dei primissimi anni 90 il cui contenuto è ancora oggi attuale.
“Proverbial Lambs to the Ultimate Slaughter” può esser considerato alla stregua di un divertissement, nulla di più, nulla di meno.
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