Copertina 6,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2018
Durata:42 min.
Etichetta:Argento Records

Tracklist

  1. PIERCED LARYNX
  2. AXIOM DESTROYER
  3. OMINOUS RITUALS
  4. POST MORTEM OBSESSION
  5. CHASM
  6. PUTRID DECOMPOSITION

Line up

  • George Paul: guitars, vocals
  • Michael Dimmitt: guitars
  • Ryan Jones: bass
  • Tyler Coburn: drums

Voto medio utenti

Terzo album per i newyorkesi Mutilation Rites, a distanza di quattro anni dal precedente "Harbinger", album apprezzato dalla critica ma assai poco noto. Il black/death metal dei nostri in effetti non ha le peculiarità per piacere al grande pubblico: è old school sin dai suoni, non ha nulla di trendy, zero approccio melodico, zero approccio moderno, e se ci mettiamo che a parte rare eccezioni le band black metal provenienti da oltre oceano non siano propriamente lo stato dell'arte (insomma, il black metal è una cosa europea) anche la fiducia aprioristica degli aficionados potrebbe venire meno.

Ma i Mutilation Rites a noi vecchiardi possono piacere eccome, peraltro le componenti black metal si fondono in enorme misura a quelle death metal, lo scream si alterna con il growl più becero, i mid-tempos sono abbondanti ed intervallati da immancabili blastbeats, e di certo la mancanza di elementi innovativi o di un sound moderno, da cui rifuggiamo con veemenza, rappresenta al contrario un surplus.

Purtroppo quello che manca a questo "Chasm" è proprio l'essenza della musica, ovvero la qualità: sin dall'iniziale "Pierced Larynx" si intuisce che le idee non sono propriamente illuminate, se poi si finisce per ripetere due riffs per quasi sette minuti non è raro venire avvolti dalla tentazione di premere il tasto "skip", specie se la successiva "Axiom Destroyer" inizia esattamente nel modo in cui si concludeva il brano precedente.

Molto, fin troppo scolastico e didattico, va bene l'essere diretti e la semplicità in un genere come il death metal ottantiano - ed infatti il break a-là-Cannibal Corpse a metà brano è ovvio quanto efficace- ma in questo caso è tutto troppo lineare e ripetitivo, come peraltro testimoniato dagli ultimi quattro brani, sempre sui 7 minuti di media con addirittura gli oltre 10 della conclusiva "Putrid Decomposition".

Ad onore del vero, una volta terminati i quasi tre quarti d'ora di ascolto, il susseguente silenzio non viene affatto accolto come una liberazione, anzi talvolta un malevolo ghigno di soddisfazione promuove la proposta dei Mutilation Rites (senza dubbio alcuno le intenzioni!) ma si potrebbe fare assai meglio di così. Per adesso ce lo facciamo bastare ma in questo modo non si esce dall'anonimato: più coraggio (come dimostrato nel passaggio quasi doomish di "Ominous Rituals") potrebbe bastare per quel piccolo passo avanti.

Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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