Quest'album (pubblicato ufficialmente l'anno scorso) viene riproposto dalla
Wasted State Records in concomitanza con il tour che i
Dvne stanno affrontando in queste settimane nel Regno Unito e negli Stati Uniti.
L'ambizioso concept di
"Asheran" si riflette in un caleidoscopio di sonorità che rispecchiano il complesso racconto a base di civiltà in declino, visioni utopiche/distopiche del futuro che ci attende e fantascienza. Ecco allora che progressive, alternative e deviazioni oriental vanno a braccetto nell'introduttiva
"The Crimson Path" (un po'
Tool, un po'
Orphaned Land) mentre
"Viridian Bloom" rievoca
Opeth e
Sentenced - band che "ritorneranno" spesso durante tutto il full-length.
"Thirst" - se non fosse per il chitarrismo tecnico della coppia
Vicart/Barter - sfocerebbe nello sludge più oltranzista, così come la successiva
"Descent Of The Asheran", brano che deve moltissimo all'opera dei
Mastodon. La strumentale e melodica
"Sunset's Grace" prelude a
"Rite Of Seven Mournings", episodio ruvido, concitato e ansiogeno che non avrebbe sfigurato in
"Crack The Skye". In
"Edenfall" ritorna il post-metal intriso di belle aperture melodiche e corali prima dell'apocalittica e cupa
"Scion".
Un lavoro discreto, non propriamente nelle mie corde ma sicuramente riuscito.
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