Il lungo viaggio dei
Korpiklaani iniziato più di venticinque anni fa è sempre stato ricco di grandi successi acclamati da più parti.
A distanza di tre anni dall'ultimo album
"Noita", la band finlandese ha pubblicando il loro decimo studio album
"Kulkija", un lavoro decisamente più completo e complesso rispetto ai precedenti, tanto da portare in dote ben 14 brani.
L’album parte subito col piglio giusto grazie ad un pezzo che esprime al 100% l'espressione musicale della band di Lahti,
"Kulkija" ci regala subito suspense e grandi emozioni con
"Neito", canzone nella quale gradualmente si sovrappongono uno sull'altro sempre più strumenti fino a quando il brano raggiunge il tipico sound veloce e "deciso" dei
Korpiklaani.
A seguire troviamo l'energica
"Korpikuusen Kyynel" che mantiene lo stesso
mood del precedente episodio.
Con
"Aallon Alla" invece il ritmo cala visibilmemte, il brano più cadenzato ci accompagna verso la prima pausa, ovvero il momento della ballad
"Harmaja", in cui
Jonne Jarvela ci mostra una bella voce profonda e pulita.
E' una canzone da ascoltare in religioso silenzio, per potersi immergere nell'atmosfera che la band sta creando con questo album.
La miscela di chitarre acustiche e batteria sommessa, insieme a melodie di violino risulta decisamente ammaliante e fanno di
"Harmaja" uno dei miei brani preferiti dell'intero album.
I
Korpiklaani ci mostrano anche un lato più intimo e malinconico, il pezzo è ispirato ad una poesia di
Zachris Topelius intitolata
"Sylvian Joululaulu" scritta nel 1853, incentrata intorno alla nostalgia.
Non è necessario eccellere in finlandese, per capirne il sentimento malinconico.
La successiva
"Kotikonnut" è a suo modo una autentica perla, in cui i vari strumenti sono plasmati alla perfezione, restituendo all'ascoltatore un sound più folk e centrato maggiormente sulla voce.
Elemento che alla fine risulterà essere il minimo comune denominatore dell'intero album..
“Korppikalliota” e
"Kallon Malja" sono insieme una perfetta fusione che diventa un’esperienza unica
"Kallon Malja" è forse la canzone più lunga che i
Korpiklaani abbiano mai scritto in cui troviamo (e scopriamo) elementi abbastanza progressive, anche questo fattore in un certo sento è una novità per la band finlandese la quale si prende tutto il tempo necessario (ben nove minuti) per costruire una canzone che con vari cambi di tempo e di melodie, progredisce senza difficoltà grazie anche alla presenza di riff "pesanti" e varie sezioni dominate dal basso.
Il tutto si traduce in una perfetta alchimia.
Si prosegue con
“Henkselipoika”, il brano si concentra in modo particolare sulla fisarmonica da cui scaturisce un ritmo più
ottimista.
Non poteva poi mancare il brano strumentale, sfido chiunque a restare seduti sulla sedia ascoltando,
“Pellervoinen” questa canzone fa venir voglia di ballare come se ci si trovasse ad una sagra di paese!
“Riemu” col suo fare cadenzato sorprende per la notevoli differenze che troviamo fra bridge e refrain che pur non avendo nulla in comune, messi insieme si plasmano alla perfezione in una sorta di
hit dal sapore "articolato".
Quasi senza rendersene conto siamo giunti alla fine di questo epico viaggio, l’album si conclude definitivamente con
“Tuttu on Tie”, episodio che mette i brividi dall'inizio alla fine, esempio perfetto di come la malinconia finlandese possa essere un ingrediente di successo.
La storia dell'album si concentra intorno al percorso del
“viaggiatore”, che di canzone in canzone sembra percorrere davvero un sentiero magico.
La band dimostra di avere ancora molte frecce al suo arco e idee innovative da poter sviluppare, pur restando fedele al tipico sound dei
Korpiklaani.
In
“Kulkija” non ci sono mai cali di tensione, ogni pezzo funziona perfettamente anche preso singolarmente, tuttavia è meglio ascoltare tutto il lavoro nel suo complesso.
C’è poco da dire quando il disco è bello e funziona la race viene da sola, quindi, se siete fans di
Korpiklaani, fate vostro questo album che da qui a qualche anno diventerà un vero classico della band e del genere di folk-metal.