Miscelare
punk-rock melodico (Blink-182, …), sonorità
alternative (30 Seconds to Mars, Placebo, …) e un
concept fantascientifico (la guerra tra due fazioni agli antipodi e da sempre in conflitto … quella del
Silenzio, chiusa nel suo guscio di regole e conformismo e quella del
Suono, votata alla libertà e alla prevalenza del cuore sulla ragione …) è sicuramente un’impresa ambiziosa e singolare, e già per questa forma di “audacia espressiva” i
Downflyers si guadagnano la “arbitraria” simpatia di chi, come il sottoscritto, nonostante l’apatia diffusa, confida ancora nelle possibilità “propulsive” dell’
underground.
L’ascolto di “
Frequency”, debutto sulla lunga distanza del quartetto bresciano, apporta una certa fondatezza alla suddetta istintiva benevolenza, rivelando un dischetto impegnato e abbastanza coinvolgente, non privo di qualche fatale acerbità, eppure sufficientemente solido da esortare i ragazzi a proseguire nei loro intenti artistici.
Brani come l’anthemica “
Obey!”, “
Times new romance”, "
Funeral of me”, la vagamente Linkin Park-
esca “
Bleeding skies” e la ballata “
Silence” sembrano già piuttosto attrezzate per soddisfare i bisogni dei
fans del
rock alternativo radiofonico contemporaneo e se altrove manca ancora un pizzico di messa a fuoco compositiva (intrigante, però, l’uso dell’elettronica, sebbene dagli effetti leggermente “tamarri”, in “
The road so far”), non si può certo imputare la
band di scarsa familiarità e competenza con la materia che ha deciso di trattare.
Il risultato finale è piacevole e offre svariati motivi d’interesse … ora la “sfida vera” è fare in modo che un inizio promettente diventi qualcosa di ancora più organico e personale.
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