Sono diverse le novità che ritroviamo nei finlandesi Tacere in occasione di "Eras Reveries", purtroppo uscito nuovamente in regime di autoproduzione. Le novità sono quindi da cercare da altre parti, nell'evidente allontanamento dal Power metal sinfonico e nei cambiamenti apportati dal definitivo ingresso in formazione della vocalist Helena Haaparanta, la quale ha comunque già collaborato in passato con i Tacere. Fortunatamente l'aver optato per l'inserimento di una cantante non ha portato i Tacere a cercare gloria sulla scia del successo di Nightwish, The Gathering o Epica. Le nuove canzoni hanno un taglio ancora più aggressivo, talvolta con rapide incursioni nel Death Melodico, con quel tocco di malinconia e depressione tipica dei loro connazionali Sentenced, e caratterizzate dalle strutture complesse ed articolate tipiche del Progressive Metal, puntualmente cesellate dalle tastiere di Karri Knuuttila.
Il passato della band è maggiormente avvertibile sull'ultima canzone dell'album, "Foes of the Sun", forse anche per questo inclusa nella tracklist come bonus track. Interessante il passo di "A Voice": partenza lenta per un brano malinconico ma sottoposto a scatti di violenza improvvisi. Quella stessa aggressività che ci introduce a "Born of the Ground" dove viene poi smorzata dagli interventi vocali di Helena e dall'assolo di stampo malmsteeniano di Karri Knuuttila. I Tacere sembrano aver trovato la giusta misura tra melodia, pathos ed aggressività, specialmente con "Autumn Rain", dove oltre gli intrecci vocali tra Helena e Karri (per quest'ultimo anche qualche passaggio effettato), ricoprono un ruolo importante le chitarre acustiche e la prestazione delle tastiere, sempre all'altezza della situazione.
Quelle che continuano a non convincermi, sono invece le parti vocali di Karri Knuuttila, che non mostra la giusta convinzione e cattiveria nei passaggi in growl e non sembra nemmeno in grado di esprimere la qualità necessaria in quelli in pulito.
La produzione si attesta invece su ottimi livelli, ben al di sopra la media delle autoproduzioni, e onestamente (e guardando anche a certe recenti uscite discografiche...) mi chiedo come sia possibile che non abbiano ancora trovato il supporto di un'etichetta.
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