I
Dark Sarah - che mi avevano convinto con
“The Puzzle” - tornano a convincermi con
“The Golden Moth”, ultimo capitolo della trilogia incentrata sul personaggio immaginario che dà il nome alla band. Oltre a
Heidi Parviainen (ex-
Amberian Dawn), c’è un nuovo cantante di ruolo,
JP Leppäluoto, in grado di aggiungere alla proposta quel pizzico di “ruvidezza” che non guasta.
Il sound dei finlandesi è ancor più variegato rispetto al recente passato: connotati esotici ed enigmatici (
“Desert Rose”), episodi battaglieri (
“Wheel”), tinte progressive (
“The Gods Speak”) ed eleganti arrangiamenti ambient/elettronici (la titletrack) si alternano senza soluzione di continuità.
A prevalere sono ovviamente i brani più teatrali e pomposi (
“Trespasser” profuma di
“Fantasma Dell’Opera”, “Sky Sailing” mi ha ricordato i
Rhapsody di una volta,
“Promise” non avrebbe sfigurato nella colonna sonora di un kolossal hollywoodiano), ma il risultato finale è complessivamente equilibrato, nonostante qualche traccia sottotono (
“Wish” suona troppo zuccherosa, così come non mi hanno conquistato i ritmi marziali di
“Pirates”).
Un’interessante “variazione sul tema” per gli onnivori del metal sinfonico.
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