Dietro al progetto
Infuriate troviamo la figura di
Steven Watkins, chitarrista già attivo in diversi altri gruppi brutal/death metal d’oltreoceano quali
Images of Violence, Sarcolytic.
Evidentemente non era pago dell’esperienza, tant’è che ha reclutato una nuova line-up composta da elementi già rodati in ambito estremo e che ha portato, dopo aver prodotto un demo nel 2016, alla realizzazione dell’omonimo album uscito tramite
Everlasting Spew Records.
Il metal prodotto dal quartetto è un quadratissimo death metal a stelle e strisce, in cui la band ha fatto confluire l’influenza di mostri sacri del settore quali
Morbid Angel (lo stile del vocalist
Jason Garza mi ha ricordato molto quello di
Steve Tucker),
Suffocation, in parte
Monstorsity, Deicide. Un metal molto serrato di buona fattura, con ritmiche serrate e precise su cui sfogano le ire della coppia di asce.
Il risultato, pur rimanendo ancorato a pattern canonici, è molto piacevole da sentire. L’esperienza pregressa dei suoi componenti è uno dei punti di forza del disco, infatti non si avvertono cali di tensione o passi falsi, anche se, come la grande maggioranza di questi dischi, incorre nella dipendenza del ripetersi di schemi già conosciuti dall’ascoltatore.
Niente di trascendentale si intende, perché
“Infuriate” il suo dovere lo compie fino in fondo: ascoltate
“Slaughter for salvation”, “Mori terrae”, “Only pain remains” e troverete tanta legna da devastare con la motosega.
Debutto davvero interessante che lascia presagire buone cose per il futuro.
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