Copertina 8

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2019
Durata:38 min.
Etichetta:20 Buck Spin

Tracklist

  1. BEG FOR LIFE
  2. PLANETARY CLAIRVOYANCE (THEY GROW INSIDE PT 2)
  3. PHOSPHORENE ULTIMATE
  4. INFINITE RESURRECTION
  5. ACCELERATIVE PHENOMENAE
  6. CERULEAN SALVATION
  7. HEAT DEATH

Line up

  • Derrick Vella: Bass, Guitars
  • Max Klebanoff: Drums, Vocals
  • Steve Musgrave: Bass
  • Payson Power: Guitars

Voto medio utenti

Con la pubblicazione di “Planetary clairvoyance” siamo al terzo album in tre anni per i canadesi Tomb Mold, band protagonista di una crescita costante sia in termini qualitativi che in termini di quantitativi che, a quanto sembra, non ha paura di sovraesporsi nella scena death metal attuale.

La band fondata dal duo Vella/Klebanoff – rispettivamente alla chitarra e alla batteria/vocals – non si è seduta sugli allori dopo i riconoscimenti seguiti all’uscita dell’ottimo “Manor of infinite forms”, ma si è messa a lavorare febbrilmente sui nuovi pezzi e la primissima impressione, mentre i brani scorrono in sottofondo, è che i Tomb Mold non abbiano ancora esaurito le idee.
Salta subito all’occhio, anzi all’udito, che in occasione del terzo disco la produzione sia migliorata. Suoni definiti, qualitativamente migliori senza per questo diminuire l’intensità o l’impatto dei sette brani che compongono l’album; a beneficiarne è soprattutto il riffing delle chitarre di Vella/Powers di cui si riesce ad apprezzare ogni singola nota suonata.

Chi è già avvezzo al death metal vecchio stampo dei Tomb Mold sa che i Nostri sono debitori alla storica scena death finlandese (penso soprattutto ai Demilich), ai Bolt Thrower, agli Incantation riuscendo però ad equilibrare il tutto con l’inserimento progressivo di idee proprie. Questa costante, ma rapidissima, evoluzione fa si che “Planetary clairvoyance” si possa tranquillamente definire come il lavoro più maturo ed equilibrato della band di Toronto.

“Planetary clairvoyance (the grow inside pt. 2)”, “Inifinite resurrection”, “Cerulean salvation”, “Beg for life” hanno la capacità di rimanere impresse fin dal primo ascolto, sono da manuale dell’OSDM, costruite senza sbavature con un pregevole connubio armonico fra melodia e furia senza per questo risultare stucchevoli o costruiti.

Una delle migliori uscite dell’anno del genere e un ottimo colpo per la loro etichetta (la 20 Bucks Spin ormai diventata una sicurezza per gli appassionati), i Tomb Mold non possono più esser definiti come band emergente, ma come solida realtà.

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