Cultori del death metal segnatevi questo nome perché a breve potrebbero fare un grosso salto di qualità:
Psychotomy.
Il secondo lavoro della band veneta è tanto convincente quanto inaspettato, un death metal dal rancido respiro declinato alle sonorità care a
Immolation, Incantation, Ulcerate, Morbid Angel e, soprattutto,
Dead Congregation.
Il terzetto nostrano è cresciuto tantissimo rispetto al debut
“Antinomia” del 2015 (sotto certi aspetti sembra di essere al cospetto di una band omonima) e riesce con abilità ad equilibrare stacchi ferini e brutali a passaggi più lenti ad ampio respiro ottenendo un sound maligno e tenebroso.
Consci che sono proprio queste atmosfere a dare spessore ad “
Aphotik”, gli
Psychotomy non hanno cercato la velocità come soluzione preferita, bensì tempi più cadenzati - come la storia delle band sopra citate insegna – che, alla fine, tengono insieme il cd.
Quando la band decide di superare il muro dei quattro minuti e mezzo – nel caso “
Ascent through malevolence” e “Lethe” – assistiamo ad una maggiore articolazione e sviluppo delle atmosfere che risultano ancora più avvolgenti e sinuose, come qualcosa che si muove sotto il pelo di acque buie e fangose.
Di contro si può pero affermare che la band cerchi un po’ troppo di somigliare ai propri numi tutelari – probabilmente questa costituirà la critica maggiore ad “
Apothik” – e c’è ancora da lavorare per fare emergere in pieno la propria personalità, la strada è quella giusta (ricordatevi sempre il debut “
Antinomia”) e durante l’ascolto ho avuto l’impressione che ne siano pienamente coscienti.
Intanto godiamoci l’ascolto di “
Aphotik”.
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