Copertina 6

Info

Anno di uscita:2018
Durata:43 min.
Etichetta:Scarlet Records

Tracklist

  1. PRAELUDIUM
  2. CORPSE OF MANKIND
  3. NOTHING IS DEFINITE
  4. RULED BY DOMINATION
  5. REDUCED TO FLESH
  6. CAN OF WORMS
  7. LETHAL MISTAKES
  8. PETTY
  9. AFTERLIFE
  10. DESPICABLE YOU

Line up

  • Esben "Esse" Elnegaard Kjaer Hansen: vocals
  • Peter Lyse Hansen: guitars
  • Jimmy Nedergaard: bass
  • Kasper Kirkegaard: guitars
  • Mike Park Nielsen: drums

Voto medio utenti

Dopo un lasso di tempo più lungo del solito, visto che normalmente ogni due anni davano alla luce un nuovo disco, i danesi Hatesphere pubblicano "Reduced to Flesh" il successore di "New Hell"(2015) e lo fanno abbandonando la loro storica label Massacre Records per approdare alla nostrana Scarlet Records.
Questo e l'ingresso del chitarrista Kasper Kirkegaard al posto di Jakob Nyholm sono le uniche novità degne di menzione a proposito del combo di Aarhus.
Per il resto il quintetto ripropone ciò che ha permesso loro di avere una certa fan-base da quasi 18 anni ovvero un thrash/death piuttosto aggressivo già espresso con risultati decisamente migliori da bands quali The Haunted, The Crown o Witchery.

Dopo l'apertura strumentale di "Praeludium", in cui le partiture di chitarra passano gradualmente da pulito a distorto, tocca a "Corpse of Mankind" aprire seriamente le danze battendo sentieri su cui gli Hatesphere si sentono particolarmente sicuri. Quindi riffoni thrash con batteria martellante costantemente accompagnati dalle urla graffianti di "Esse" Hansen.
La successiva "Nothing is definite" pone l'accento sulla vena più groove della band, un elemento (purtroppo?) assai più presente in questo disco rispetto ai precedenti, ed il trittico "Ruled by Domination", "Reduced to Flesh" e "Can of Worms" introduce anche una vena melodica che attraverserà da qui in poi tutto il platter.
I nostri utilizzano la transizione melodica per suddividere in un certo modo i brani tentando di conferire un maggior impatto alle composizioni; purtroppo alcuni ritornelli decisamente fiacchi ed un abuso di filtri vocali penalizza il risultato complessivo.

"Petty", "Lethal Mistakes" ed "Afterlife" sino alla conclusiva "Despicable You" faranno senza dubbio la felicità degli headbangers irriducibili ma finiscono per confondersi l'uno con l'altro scorrendo veloci senza lasciare un segno tangibile.
Tirando le somme gli Hatesphere con questo "Reduced to Flesh" non dicono nulla in più di quanto già esprimessero nei loro precedenti lavori che forse erano addirittura più incisivi per il suono meno lavorato e più diretto.
Per ciò che mi riguarda non ero un loro fan prima e non ho ascoltato nulla che mi abbia fatto cambiare idea.

Hatesphere - "Corpse of Mankind"


Recensione a cura di Alessandro Zaina

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