Settimo album per gli australiani
BLACK MAJESTY che dopo quattro lavori per la storica
Limb Music sono passati nel 2015 alla
Pride & Joy in occasione della pubblicazione di "
Cross of Thorns", un disco che sintetizza un po' la loro intera carriera, quella di formazione onesta, sempre valida ed affidabile, mai capace di deludere ma nemmeno di realizzare un qualcosa che vada oltre il "caruccio", insomma una discografia costellata di 6,5 o proprio 7 quando va bene.
A differenza di tutte le altre migliaia (ok, adesso un po' meno) di formazioni dedite al power metal, i Black Majesty hanno la fortuna di avere tra le loro fila un cantante dal timbro particolare ed immediatamente riconoscibile quale
John "Gio" Cavaliere che con il suo colore un po' nasale ma sempre declamante e sprizzante energia da tutti i pori conquista nel giro di un paio di ascolti.
Oltre a questo, dobbiamo ammettere con gioia che "
Children of the Abyss" è un disco che si differenzia abbastanza per sonorità molto legate ad un classic metal più severo ed adulto rispetto alla media power e le composizioni sono piuttosto slegate dal funzionamento del chorus di facile presa.
Se già l'opener "
Dragons Unite" fa molto leva su toni drammatici, quasi epici, il meglio lo si raggiunge a partire dal terzo brano che è proprio la title track, che dopo un introduzione chitarristica piuttosto in media poweristica si lancia in strofe e ritornelli dal sound inusuale e per questo così coinvolgenti, con toni più "evil" che "happy", una sorta di Wolf ma maggiormenti dediti a sonorità power.
Gli stessi testi lasciano trasparire tematiche oscure che caratterizzano ulteriormente il sound dei Black Majesty:
Come on in Children of the abyss
Tortured souls, Damned and condemned to fire
Welcome in Children of the abyss
Lonely souls, Nurtured then sent here to burnUn lavoro decisamente riuscito, continuo, non c'è un brano sotto la media o degno dello "skip", 50 minuti di heavy metal costantemente in bilico tra classic e power metal; forse dopo 15 anni di carriera abbiamo avuto dai Black Majesty il loro personalissimo colpo di coda che magari non riuscirà ad aprire ulteriori palcoscenici alla band australiana ma che saprà scaldare i cuori di tutti gli affezionati di queste sonorità.
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