Sempre più personaggio di spicco della rinascita metallica statunitense, il mai domo Andrew D'Cagna si è unito da poco agli Icarus Witch, facendo fare un salto in avanti alla band americana con questo nuovo "Goodbye Cruel World".

In oltre dieci anni di carriera il gruppo della Pennsylvania ha prodotto 4 discreti album con sonorità tra l'hard rock ed il metal classicamente made in usa, con un certo mood oscuro, fino a giungere a questo nuovo capitolo che, dopo uno stop di 6 anni, li porta al passo successivo con una line up diversa. La straordinaria e duttile voce di Andrew si unisce così al riffing mai intricato ma sempre interessante di Lukas, a linee di basso profonde ed al drumming abbastanza ricercato di Jon Rice, andando a comporre 10 pezzi uno diverso dall'altro ma con il comune denominatore della melodia.

Le canzoni presenti nel disco non puntano sulla velocità, la doppia cassa è difficile che appaia, così come urla lancinanti o elementi troppo aggressivi. Quello degli Icarus Witch è un tipo di metal classico sì, ma con una vena malinconica sempre presente, sia nei momenti più tranquilli come "Antivenom" sia in quelli più diretti come "Misfortune Teller". L'arma vincente della band è il saper dosare melodie interessanti (a volte ai limiti dell'AOR), linee vocali riuscite, componendo canzoni tecnicamente abbastanza semplici ma profonde, oscure ma dirette, che ti rimangono in testa.
In pochi passaggi l'album ti entra ed è un vero piacere farsi cullare dalle canzoni che ti fanno ondeggiare come una barca nella notte che solca un mare calmo. Un po' come quella raffigurata nella copertina. Il sound è davvero una festa per le orecchie, perfettamente rotondo e pieno; e qui la mano del grande Neil Kernon --fortemente voluto dalla band come producer- si fa sentire.

Per quanto mi riguarda gli Icarus Witch sono promossi a pieni voti, portano alta la bandiera del metal melodico fatto con una certa "saggezza" priva di irruenza giovanile ma piena di classe.