Copertina 6

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2018
Durata:6 min.
Etichetta:Season of Mist

Tracklist

  1. THE ONES WHO STRANGLE STARS AND SUNS
  2. LET THE SUN VOMIT ITS BEAMS UPON YOUR COLD SWOLLEN SKIN

Line up

  • Timo Kontio: Guitars
  • Teemu Saari: Guitars
  • Kena Strömsholm: Vocals
  • Antti Räisälä: Bass
  • Jani Kuoppamaa: Drums

Voto medio utenti

I Festerday sono una fra le più vecchie band underground finlandesi dedite al death metal/goregrind. Nati nel 1989 il loro nome nasce dal titolo di una canzone dei Carcass contenuta nel seminale “Reek of putrefaction”, nella loro carriera hanno avuto parecchi alti e bassi che ha avuto come principale conseguenza il “congelamento” del progetto per lunghi periodi.

Questo però non ha impedito ai più accaniti cultori del verbo morto ed ai collezionisti di mantenerne vivo il ricordo, tant’è che da qualche anno la band si è riformata ed ha ricominciato a far girare il proprio nome nei circuiti underground e a produrre nuovo materiale pubblicato successivamente su cassetta e 7” in edizione – ovviamente – limitatissima.

Tutto ciò è bastato per attirare su di sé lo sguardo della Season of Mist, la quale ha dato alle stampe il presente 7” “Cadaveric virginity”, apripista di quello che sarà, a tutti gli effetti, il primo lavoro dei finnici sulla lunga distanza previsto nel 2019.
Per dirvi di quanta fiducia l’etichetta francese ha riposto nel quintetto, per “The Ones Who Strangle Stars and Suns” è stato prodotto un video che richiama molto le produzioni artigianali dei primi anni 90, disponibile sul canale youtube ufficiale.
Delle due canzoni presenti, la sopra citata “The Ones Who Strangle Stars and Suns” è quella dalla durata maggiore (sopra i quattro minuti) e si ricollega alle sonorità svedesi storiche, parte come un mid tempo con chitarre a sega elettrica dalle forti vibrazioni sopra con un cantato cupo ma comprensibile, per poi finire in crescendo in d-beat.
La seconda traccia “Let the Sun Vomit its Beams upon Your Cold Swollen Skin” dura invece poco più di un minuto; sostenuta su una batteria accelerata, è una scheggia impazzita più orientata, per intenderci , verso il goregrind dei connazionali Regurgitate di “Effortless Regurgitation of Bright Red Blood”.

Che dire? Due pezzi sono davvero pochini per esprimere un giudizio pieno sui Festerday, non ci resta che attendere (im)pazientemente qualche mese ancora per capire se la Season of Mist ci ha visto giusto.

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