Questi
MORTUOUS sono partiti bene sin dalla prima foto che mi si è parata di fronte agli occhi: niente capelli colorati, tutti capelloni lisci o ricci, magliette METAL tipo
Morbid Angel ed altre formazioni death metal classiche, jeans neri, stop. Nessun altro ammennicolo o stramberie varie.
Si presentano così i californiani autori di "
Through Wilderness", che arriva in Europa a novembre 2018 tramite la
Dawnbreed Records dopo essere stato pubblicato appena prima dell'estate negli Stati Uniti dalla
Tankcrimes Records.
Nessun nome altisonante, nemmeno all'interno della formazione (perlomeno se non vogliamo ritenere
Exhumed, Repulsion o Necrot elementi noti ai più), ma noi che non cerchiamo l'apparenza ma la sostanza ce ne freghiamo altamente: in "Through Wilderness" di sostanza ce n'è a manciate ed anche di brutalità, di efferatezza, di impatto ma anche di melodia, di ordine, di completezza.
Il death proposto dai Mortuous è, per un vecchio aficionados di queste sonorità, letteralmente commovente: atmosfere lugubri, registrazione old style, uno stile che spazia dai rallentamenti degli
Autopsy, peraltro coinvolti nelle comparsate ad opera di
Chris Reifert e Danny Coralles, ai lancinanti assoli dei
Decomposed di
James Ogawa, alle accelerazioni dei
Resurrection di quel capolavoro a nome di "
Embalmed Existence", il tutto in una miscela sonora assolutamente entusiasmante ma allo stesso tempo depressiva e funerea, due sensazioni che il death metal dovrebbe trasmettere SEMPRE.
Non a caso il disco si apre con uno struggente arpeggio acustico (mi ha ricordato vagamente "
Desolate Ways" dei
Morbid Angel) che fa presagire che non ci sarà nulla da ridere in questo viaggio nel dolore ed è così che si scatena la furia della opener "
Beyond Flesh", che anche dai testi ci conferma che qui tutto si è fermato negli anni '90 (o anche prima...) e che non c'è l'ombra di influenze -core o altre desinenze moderne:
Imprisoned in the body To this earth we are slaves
Our being is to cease When brought upon our end
Wisdom comes with death Slowly decomposed
Existence is no more To ashes burns your soul
Una volta partito l'assolo di
Mr. Colin Tarvin, leader e fondatore della band creata dalla ceneri dei suoi
Funerealm, abbiamo già la piena certezza del valore di "Through Wilderness" che prosegue indomito la propria marcia fino alla conclusiva "
Subjugation of Will".
Un lavoro che è qualcosa di più di un buon disco.
E' qualcosa a cui aggrapparsi, in cui si possono ritrovare tutti quelli che "i vecchi tempi sono i bei tempi", quelli per cui il death metal non era solamente un genere musicale "figo" da ascoltare ma che ci credevano veramente.
E continuano a farlo anche dopo 25 anni.
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