Nuovo atteso lavoro (il terzo) ad opera dei britannici Change Of Heart e un altro centro pieno, per la gioia di tutti i sostenitori dell'hard rock melodico di classe, che ritroveranno in questo "Truth or dare", le analoghe sensazioni suscitate da grandi gruppi come Heartland, FM, Journey e, perché no, anche qualcosa dei patinati Bon Jovi (del resto, a quanto pare, John Footit ha preso parte ad un progetto tributo proprio dedicato al famoso Mr. Bongiovanni).
Il filo rosso che li lega ai favolosi autori di "Communication down" è ancora una volta garantito da Steve Morris, il quale, questa volta, condivide la cabina di regia con Steve Overland di fama FM (i due si occupano anche di alcuni contributi in fase esecutiva), chiudendo il cerchio nell'ambito di un'affinità e di una "comunione" d'intenti abbastanza eloquente (rafforzata ancor di più dalla presenza in veste di ospite dietro i tamburi, di Pete Jupp, proveniente anche lui dalla formazione più "radiofonica" della vecchia Albione).
Chris Ousey, pur senza essere più direttamente coinvolto nella realizzazione del disco, rimane spesso la principale icona per le colorazioni canore dell'eccellente Alan Clark, il quale dimostra, al tempo stesso, un'importante aliquota di talento naturale ed una gamma di modulazioni sempre piuttosto passionale ed affascinante.
Undici brani che contemplano melodia e giusto vigore, con una ricetta apparentemente semplice, ma che raggiunge questi livelli d'efficacia solo se è il buon gusto e la superiore capacità nel songwriting a guidare le logiche di una band che decida di affidare le proprie possibilità espressive a queste talvolta non adeguatamente considerate coordinate sonore.
Nascono così canzoni contraddistinte da ottimi arrangiamenti tastieristici e vocali, supportati da chitarre sufficientemente ficcanti, che vedono nella grintosa opener "Burned" (gradevole il break ai tasti d'avorio), nell'eccellente "Farlands", nella squisitezza romantica "Desperate heart", nell'AOR stratificato dal clima Journey-esque di "Hold on", negli intrecci della scintillante title-track e ancora nella sofisticata ballatona pianistica "Never fall", la "prima scelta" di un albo senza veri e propri punti deboli.
Anche l'ispirazione "made in New Jersey", infatti, che affiora in qualche sfumatura di "I will remember you", nella comunque stra-contagiosa "Falling from the world" e si consolida maggiormente in "Don't cross the line", riesce in ogni caso ad evitare la banale operazione di riciclaggio e a rendersi più che gradevole alle orecchie degli ascoltatori.
"Taking my time" merita un piccolo discorso a parte, a causa di una lieve, per quanto assolutamente eccitante, deriva in traiettoria: la traccia offre un'apprezzabile ed appetibile influenza di hard blues ad alta gradazione, con Clark "posseduto" dallo spirito di Paul Rodgers e Lou Gramm (ma ciò non stupisce più di tanto, se si pensa, per esempio, agli FM di "Takin' it to the streets" e al legame che unisce le due bands), conservando credibilità e partecipazione emotiva.
"Truth or dare" rappresenta una sorta di risposta anglosassone alle discretamente numerose egregie uscite "internazionali" di rock adulto che ha saputo regalarci questo 2005 ... una replica forte, intensa e persuasiva, che arriva giusto in tempo per chiudere l'anno in bellezza. Non vedo l'ora di scoprire chi potrà fare meglio dei Change Of Heart su questo stesso terreno...
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