"
Demon Rider" è l'ultima uscita in casa
Artizan, ma più che ad un nuovo album, credo lo si debba considerare come un MLP, dato che gli inediti sono solo cinque per poco più di mezzora di durata, e sono accompagnati da diverse bonus track - per lo più delle versioni strumentali – solo nella Limited Edition in doppio CD.
Il compito di produrre "
Demon Rider" tocca ancora all'esperto
Jim Morris, inoltre una mano agli
Artizan gliela offre pure un musicista di assoluto rilievo come J
oey Vera che suona il basso e, giusto per completare la carrellata degli special guest, troviamo anche
Harry Conklin che canta su una versione alternativa della titletrack.
La formazione statunitense non si smentisce, restando agganciata al più classico Heavy Metal Made in USA, tra Fates Warning, Crimson Glory, Savatage, Sanctuary e Jag Panzer, con in più un tocco melodico e progressive che ha origini nei trascorsi di
Ty Tammeus e
Tom Braden nei Leviathan. Quello che non gli riesce di fare, è, invece, di accendere scattare quella scintilla e fare quella differenza, che permetterebbe agli
Artizan di elevarsi dalla media delle innumerevoli band che battono gli stessi sentieri musicali.
Ad ogni modo tutte e cinque le canzoni lasciano intravedere una propria individualità e mostrano spunti interessanti, ben interpretate tanto da
Tom Braden (bravo sulle melodie e le accelerazioni di "
Demon Rider" o nei dieci minuti della cangiante "
When Darkness Falls") quanto da
Ty Tammeus (basta sentire come ci introduce la priestiana "
The Hangman" o scandisce la ritmata "
The Endless Odyssey") e con le sole chitarre di
Shamus McConney e
Bill Staley lasciate un po' in disparte.
Una discreta conferma, ma avevano suscitato maggior entusiasmo in occasione di "Ancestral Energy".
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