Gli olandesi Arsebreed avevano già pubblicato un demo a nome Bloodcum nel 2001, poi hanno cambiato moniker e hanno dato alle stampe questo “Munching The Rotten”, disco di chiaro stampo brutal death americano, che ha nei riferimenti ai Deeds Of Flesh, per ammissione stessa della band, e ad altri campioni del genere come Brodequin e Cinerary, il proprio punto di riferimento. Per completare il quadro va solo aggiunto che nella band sono confluiti vari elementi di altre più quotate bands olandesi, quali Pyaemia, Disavowed e Mangled.
Chiariamo subito che non siamo di fronte ad un capolavoro, ammesso che in questo genere, molto conservatore dal punto di vista delle innovazioni, sia ancora lecito aspettarsi dischi epocali. Tuttavia il death metal della band assolve appieno il suo compito, regalando in primis tonnellate di brutalità, di cattiveria, messe insieme con un discreto gusto per il massacro e con una buona perizia tecnica.
Anzi, talvolta l’esibizione sfrontata di tecnica, intesa non tanto come bravura esecutiva, ma come bravura nel creare strutture complesse e arzigogolate, risulta troppo forzosa.
Comunque pezzi carichi di groove e di malatissimo gore come “Bloody Posttraumatic Ejaculation”, “Anal Cum”, “Vaginal Butchery” e la conclusiva “Chopped In Excrements”, sono una vera manna dal cielo per gli amanti dell’estremismo sonoro.
Un’ulteriore conferma della bontà della scena death metal olandese, ricca di talento e di tipi davvero fuori di testa!