Notevole opera prima per questo quintetto che si cimenta con successo in un post hardcore evoluto e abbastanza personale. Partendo da una base hardcore prettamente old school, con forti richiami al triumvirato HC per eccellenza, quindi New York, Philadelphia e Los Angeles, i nostri hanno modificato sensibilmente col tempo la loro proposta, avvicinandosi a quel sound, comunque crudo e violento, che ha visto nei Dillinger Escape Plan il punto massimo, attualmente, dell'evoluzione. I cinque ragazzi sono molto preparati tecnicamente, come richiesto dal genere proposto, ed anche in fase di songwriting riescono a dribblare abilmente la noiosa sensazione del già sentito. L'influenza dei Dillinger Escape Plan è sensibile, ma viene convogliata attraverso le emozioni che gli In:Out trasmettono tramite le dieci potenti tracce di questo debutto. Strutture musicali frenetiche, mai dome a paletti mentali precostituiti ma libere di scorazzare a proprio piacimento; difficilmente si può prevedere dove un brano andrà a parare col prosieguo del timing. Questo è un punto in più a favore dei nostro connazionali, che risultano efficaci anche in composizioni brevissime ( come " Wake Up ", 48 secondi di lucida follia ). Tra chitarre corrosive, che ogni tanto si aprono a momenti più rilassati e " liquidi ", ed una batteria tumultuosa che mulina patterns devastanti per tutta la durata, breve, del disco, la voce perfetta di Simon si ritaglia il suo spazio, grazie ad uno screaming molto convincente. Il disco non è di facilissima fruizione, non nascondo che i primi ascolti mi avevano deluso. Poi, lentamente, questi 28 minuti adrenalici si sono impossessati di me, facendomi sbavare più volte per un debutto che, a bocce ferme, può far solo sperare positivamente per il futuro. Ottimi.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?