Capita a volte che guardi la cover di un album e sai già che lo amerai... C'è così tanta bellezza nel paesaggio raffigurato in questa immagine di copertina, così semplice e così familiare. Una radura punteggiata da fiori delicati che si estende fino al limitare di un bosco, abeti che mordono un cielo nebuloso e cangiante, il respiro di una bruma livida che si eleva dal terreno umido...
La stessa bellezza che ci avvolge già dalle prime note di
Rückzug in die Innerlichkeit, debut EP degli austriaci
Ellende, progetto solista di Lukas Gosch, realizzato nel 2012 e ristampato oggi in edizione limitata dalla
Art of Propaganda Records.
Album certamente già noto tra gli amanti dell'atmospheric black metal,
Rückzug in die Innerlichkeit è una poetica struggente della natura e della solitudine. A volerne dare una definizione si potrebbe collocare in un post black unito ad elementi ambient. Ma quando si toccano le emozioni in modo così profondo, quando le note arrivano ad accarezzarti l'anima allora tutte le definizioni risultano poi piuttosto sterili. Poiché anche nella loro elegante semplicità, anche nel loro essere per certi versi quasi grezzi, i quattro brani che compongono l'EP sono di una bellezza delicata e commovente. Direi anche disarmante.
La title-track è un brano mutevole come un cielo d'autunno quando le nubi si addensano in una coltre grigia e minacciosa, per poi dischiudersi lasciando filtrare pallide lame di luce. Tale è la musica degli Ellende, un continuo oscillare tra malinconici arpeggi acustici e feroci parti black trascinate da uno screaming che è un grido doloroso, sofferente e lancinante.
La successiva
Pfad der Endlichkeit si apre con delle note di violino, intense e vibranti, un incanto spezzato dal ruvido screaming di Lukas, che traina batteria, chitarra e basso in un crescendo di intensità che arriva a fendere l'anima. Poi di nuovo tutto si placa, un mood ricorrente negli Ellende, lasciando posto solo a fragili note di chitarra accarezzate dal violino. Ma è solo il tempo di un respiro, poi si è ancora una volta travolti dalla furia dolente della voce di Lukas.
Tre accordi di pianoforte, ripetuti per l'intera sua durata, sono l'ossatura di
Der Letzte Marsch, alle quali si aggiungono i palpiti di una viola che tratteggia meste melodie. L'effetto combinato degli strumenti classici con lo screaming è qualcosa di incredibile.
In
Von Vergänglichkeit und Trost, il brano conclusivo, viene dato risalto alle chitarre distorte, poi di colpo tutto crolla, e la fine è affidata agli arpeggi di due chitarre che si rincorrono ma, a dispetto del titolo che suggerisce una sorta di conforto, non c'è consolazione.
Prima prova solista di
Lukas Gosch, al quale il musicista sembra essere particolarmente legato, l'EP esprime in modo magistrale la forza e l'intensità di sentimenti malinconici, la desolazione del black metal e al contempo la bellezza della natura.
Rückzug in die Innerlichkeit significa pressappoco "
ritirarsi all'interno", all'interno di se stessi probabilmente, dove sfuggire il mondo frenetico che ci circonda e lambisce.
E allora costruiamo muri di abeti e roccia, pavimenti erbosi, e per soffitto un tetto di nuvole, senza niente altro intorno. E poi chiudiamo tutto con filo spinato. E in questa magnifica cattedrale perdersi, lasciarsi andare e godere di questa splendida musica che è espressione intima e profonda degli Ellende. <3
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