"
Arrivano momenti in cui è d'obbligo liberare una rabbia che scuota i cieli. Occorre per questo scegliere il momento giusto, la collera non va scatenata in modo indiscriminato." (C.P.Estés)
A mio modesto giudizio uno dei motivi per cui molte band storiche (non farò nomi nemmeno sotto tortura, ognuno pensi a chi vuole) ad un certo punto della propria carriera hanno tradito i principi che li avevano consegnati alla storia della nostra musica preferita è proprio l'esaurimento di quella rabbia che bruciava nel loro animo.
Certo a loro discolpa bisogna ammettere che è difficile essere incazzati con la pancia piena ed il "culo al caldo" ma tant'è.
Fortunatamente vi sono giovani band che conservano la loro furia e la riversano su disco: nello specifico parliamo del debut album dei britannici
Kill all the Gentlemen dal titolo "
The Loss and the Rapture" edito da
Sliptrick Records, otto tracce di brutale aggressività, melodia oscura, partiture spezzacollo e riff assassini.
In 40 minuti il quartetto di Exeter, attraverso un sound decisamente personale al netto dei dovuti omaggi a gruppi storici del genere quali In Flames, The Crown, As I Lay Dying o Soilwork, racconta una storia di luce ed oscurità, azione e reazione, perdita e rapimento, di sacrificio di anime in nome della sete di potere, di purificazione dai desideri della carne.
La proposta è quello che oggi viene chiamato modern melodic death metal o groove death metal ma in realtà, al netto di alcuni rallentamenti, evitabili a mio parere perchè diluiscono la carica emotiva del brano (vedi il refrain di "
Sing for me Sinner" ad esempio), "
The Loss and the Rapture" è in tutto e per tutto un disco di thrash/death melodico.
La tensione che lo attraversa non ha quasi mai cali ed anzi vi sono tracce ascoltando le quali è impossibile non essere coinvolti per la grande sintonia tra le due chitarre ed il muro sonoro eretto dalla sezione ritmica
Rørstad/Andrew: parlo dell'opener "
I Welcome to Horror", della bellissima "
These are Godless time" (incredibile il tema portante) o della title track con le sue armonizzazioni malinconiche.
Risulta azzeccata anche la decisione di evitare del tutto la non sempre felice alternanza di growl e clean vocals che, se non dosata perfettamente, spesso conferisce un tono ruffiano a tutto il brano; ottima anche la produzione e la masterizzazione a cura di
Chris Fielding e
James Plotkin con il piccolo neo di un drumming forse troppo triggerato.
Un breve cenno anche per l'artwork a cura di
Jose Gabriel Alegria Sabogal che inquieta ed affascina per il soggetto e per i toni di colore
Un debut album con i fiocchi per i
Kill all the Gentlemen: l'unico augurio che posso fare alla band (ed a noi come amanti dell'estremo) è che il successo che spero arrivi per loro non smorzi quella carica rabbiosa indispensabile per avere altri dischi come "
The Loss and the Rapture".
“
I tell you this; you are not alone at this time of loss. I leave you a gift. You will learn of the boundaries of life and death.”
Kill all the Gentlemen - "
These are Godless Times"
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